E se vi dicessimo che a Verona esiste una realtà in cui si possono prendere in prestito i semi da piantare nel vostro giardino o sul vostro balcone, come si fa in biblioteca con i libri?
SI TRATTA DI UNA VERA e propria biblioteca dei semi, e il suo funzionamento è molto semplice: si prendono in prestito i semi, che saranno poi piantati; alla Biblioteca verranno riportate quindi le sementi prodotte da quelle nuove piante, in un circolo virtuoso di scambio e diffusione che ha lo scopo di mantenere vive tradizioni, saperi e anche sapori.
È questo, in sintesi, il progetto portato avanti da Francesco Badalini, perito agrario, già fondatore del Movimento per la Decrescita Felice di Verona, referente e formatore per i giardinieri bio-etici del veronese ma anche co-fondatore dell’associazione di formazione per agricoltori Terra Viva, attiva sul nostro territorio, che prende spunto da altre Biblioteche dei Semi presenti in Italia e all’estero. «Tutto nasce dal ritorno a una pratica antica, ovvero quella dello scambio delle sementi tra gli agricoltori. Così si faceva nel passato, prima che le multinazionali monopolizzassero il mercato attraverso semi ibridi e non fertili, le cui piante non producono cioè a loro volta semi, costringendo quindi gli agricoltori ad acquistarne ogni anno di nuovi. Queste sementi, tra l’altro, essendo prodotte per il mercato mondiale e non essendosi originate in uno specifico ambiente – come accade invece per le coltivazioni locali tradizionali – necessitano di grandi quantità di fertilizzanti e anticrittogamici per essere produttive, prodotti costosi ma soprattutto nocivi» spiega Badalini.
Un circolo vizioso che produce dipendenza dalle multinazionali del settore e rovina il nostro ambiente. Eppure interrompere questo schema è possibile, almeno su piccola scala. «La Biblioteca dei Semi si inserisce in un’ottica di agricoltura conservativa – prosegue Badalini – e si differenzia dal semplice scambio di sementi proprio nel concetto che la caratterizza alla base: non si tratta solo di prendere in prestito i semi, ma anche di far nascere e crescere nuove piante e, a maturazione, riportare una parte dei semi prodotti dalle piante alla Biblioteca, mantenendola così viva e attiva. Questo sistema presuppone un rapporto e un impegno reciproco tra i contadini e gli appassionati di orticoltura che vi si rivolgono, che contribuiscono così a mantenere feconde le sementi che, se non piantate, perderebbero parte della loro fertilità».
MA LA BIBLIOTECA DEI SEMI non è solo questo: diventa luogo di scambio di informazioni, di conoscenze sulle diverse