Archivio | 22 maggio 2019, 11:11

I giardini segreti e il lato intimo dell’abitare

I giardini segreti e il lato intimo dell’abitare

L’Associazione Giardini Aperti, con il patrocinio Aiapp Triveneto e sostenuta dal Comune di Verona Assessorato alla Cultura e al Turismo, ha organizzato l’evento che si svolgerà sabato 25 e domenica 26 maggio, durante il quale verranno aperti ai visitatori alcuni giardini, cortili e spazi verdi pubblici e privati del quartiere di Veronetta. Non sarà il festival “dei giardini belli”, ma degli spazi aperti. Nulla di più congeniale a Veronetta, dove l’apertura diventa una filosofia per valorizzare e riqualificare questo ventricolo destro (o sinistro, a seconda di chi guarda) della nostra città.

Diciotto giardini, in una parte del cuore della città al di là del fiume che va dalla funicolare a via XX Settembre, quasi venti. C’è da chiedersi di primo acchito dove siano tutti questi giardini e giriamo la domanda alla Presidente dell’Associazione “Giardini Aperti” Maria Giulia Da Sacco, Architetto Paesaggista: «Saranno visitabili non solo giardini, ma anche luoghi che raccontano semplicemente la storia del quartiere e che possono sviluppare nel visitatore una maggiore consapevolezza rispetto alla ricchezza del proprio territorio».

«Sarà l’occasione per visitare luoghi poco conosciuti — incalza la vice presidente Anna Pasti —  scoprire angoli e scorci nuovi, vedere cosa c’è dietro un portone sempre rimasto chiuso». In effetti molti sono i portoni, a Veronetta, di Palazzi già da fuori assai belli e imponenti, ma anche di veri e propri agglomerati storici che molta curiosità suscitano nel lasciare intravedere rami o arbusti fioriti lungo le strade, in particolare nella zona di San Giovanni in Valle: «Sì, sì assolutamente, uno dei giardini aperti, forse il più grande dopo Giardino Giusti che è anche il più noto, è quello delle Suore proprio verso la Fontana del Ferro, prende la collina, un vero orto con frutteto».

La conformazione di questi giardini è per lo più quella di cortili fioriti o di orti e broli, ai piedi della collina o lungo le strade che si snodano nel quartiere, quell’idea di Hortus conclusus (giardino chiuso), che ritroviamo all’origine del giardino come luogo del silenzio per meditare e riflettere in noi la bellezza della natura, cuore intimo dell’abitare, ma anche quel concetto di città murata, quale Verona è.

Viene in mente l’affresco custodito nella lunetta della piccola chiesa di San Giorgetto vicino a Santa Anastasia, realizzato da Giovanni Maria Falconetto tra il 1509 e il 1517, uno tra due soli affreschi al mondo con un unicorno, simbolo di saggezza.

Una mappa realizzata ad hoc aiuterà a trovare i giardini da visitare e una piccola guida, redatta per l’occasione, ne racconterà la storia, ogni giardino sarà aperto e custodito da volontari, riconoscibili dalla maglietta, che avranno il compito di regolare gli accessi e per i due giorni si potrà accedere con unico biglietto quante volte si vorrà ai giardini nell’orario stabilito (per info e prenotazioni: giardiniapertiverona.org e facebook).

È un evento che apre anche al futuro, non solo ai visitatori, ci rivolgiamo alla presidente Da Sacco: «Un futuro per la nostra città e non solo — risponde — che deve guardare principalmente ai giovanissimi, educarli all’ambiente perché saranno loro a respirare l’aria di domani e dovrà essere migliore della nostra, più verde». «Dovremmo imparare anche ad essere più solidali e a condividere non dividere il territorio», chiude la vice presidente di Giardini Aperti, dottoressa Pasti.

Questa manifestazione si presenta dunque come un inizio, per cominciare a togliere gli ostacoli di questa parte di cuore della nostra città, ostacoli visibili o non visibili, portoni o pregiudizi che siano.

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