Pillole di mamma | 25 luglio 2019, 17:34

Family Travel Blogger, ovvero come rapportarsi con l’invidia

Family Travel Blogger, ovvero come rapportarsi con l’invidia

Chi sono le Family Travel Bloggers di cui sentiamo tanto parlare? Sono mamme o famiglie che vivono viaggiando insieme ai propri figli, documentando sul web, sui social in particolare, le loro avventure ed esperienze. Fanno del loro vissuto un lavoro vero e proprio, guadagnando di fatto, attraverso le sponsorizzazioni.

Se si è viaggiatori è difficile non esserlo anche quando

si diventa genitori. Noi ancora ci proviamo ma talvolta è difficile ed una

buona organizzazione è indispensabile. Ancora quando indossavo i miei “occhiali

da gravidanza”, credevo che girare il mondo con i bimbi fosse una passeggiata,

tanto che siamo partiti presto con la nostra figlioletta per un tour,

rigorosamente fai da te, delle capitali europee. Vi dico solo che la mia bimba,

a maggio, ha preso un’influenza terribile con annessa otite che ci ha tenuto

bloccati all’Ibis di Amsterdam (l’albergo più vicino all’aeroporto) per ben tre

giorni perché non poteva volare.

Facendo un’analisi razionale, ritengo che per decidere di

vivere così, ci vogliano una certa disponibilità economica, tanto tempo o un

lavoro estremamente flessibile da gestire da remoto, una “piccola dose di

follia” ed una elevatissima sopportazione dello stress. Dimenticavo una cosa

basilare: la costanza. Quella di scrivere sul blog, postare, fotografare,

realizzare video significativi, divertenti, ogni sacrosanto giorno.

Per esempio, ditemi con franchezza quante foto belle

siete mai riuscite a fare ai vostri figli? È complicatissimo dai. Per uno

scatto decente spesso si deve arrivare a trattare: un lecca lecca, le gommose,

una gita a Gardaland. Immaginate di doverne fare più di uno, consecutivamente,

con l’autoscatto…no comment! Gli abiti poi, sempre alla moda e stirati: io

faccio l’asciugatrice modalità “ripiegare” e le magliette escono stile carta

geografica. L’ultima volta mio marito mi ha chiesto come avevo fatto a

trasformare la nostra tovaglia in formato 3D, tante erano le pieghe. Loro

invece sono in viaggio, in un camper magari o in una tenda, a dimostrare la

loro grandissima capacità di adattamento e sono perfetti… mai un’occhiaia, una

malattia? Ma è realmente cosi? L’ultimo viaggio che abbiamo fatto, con la

storia delle partenze intelligenti, ci siamo alzati alle 4. Secondo voi avevo

voglia di truccarmi e di farmi una foto? In aereo ne ho fatte alcune ma le mie

figlie avevano i capelli talmente elettrici, a causa dei sedili ultra-sintetici

di Ryanair, che mi sembrava di essere al liceo quando la profe ci spiegava l’elettrostatica

con la pelle di gatto. Ad una mamma professionista queste cose non succedono.

Mi piace tantissimo l’idea dei bambini alla scoperta del mondo,

ma tutto ciò che si vede spesso non è realistico. Sono sicura avranno anche

loro problemi e disagi, che si guarderanno bene dal pubblicare sui social. Lasciatemi

dire (le mie amiche Travel Blogger mi perdoneranno) che un po’di egoismo

genitoriale c’è: i bambini hanno bisogno di lentezza, di routine almeno in

alcune fasi della loro vita.