Pet | 22 marzo 2021, 13:13

L’impegno per donare una vita migliore

L’impegno per donare una vita migliore

Una di loro era Elisabetta Barbieri, molto conosciuta nel mondo animalista: negli anni ha trasportato centinaia di amici a quattro zampe, collaborando attivamente con Enpa e le sue sezioni; insieme a lei c’era Federico Tonin, alla guida: era al suo primo viaggio.

Come questi due straordinari volontari, sono molti le donne e gli uomini impegnati nella protezione degli animali e nel contrasto al fenomeno dell’abbandono: ne abbiamo parlato con Romano Giovannoni, presidente della sezione dell'Enpa di Verona dal 2006, consigliere nazionale e coordinatore regionale del Veneto dell'associazione.

«Purtroppo il randagismo è un fenomeno diffuso, anche se la situazione è gestita in maniera diversa nel nord e nel sud Italia, dove i cani vengono sterilizzati e poi, spesso, rimessi in libera circolazione. Ci sono addirittura dei punti dotati di piattaforme di legno, autorizzati dalle Asl, in cui branchi di cani si rifocillano; l'approccio è diverso anche con il sistema delle adozioni e le tempistiche dei controlli sanitari», spiega il presidente. 

Il compito degli staffettisti, ovvero di coloro che trasportano gli animali randagi ricollocandoli presso famiglie adottive o canili certificati, è molto pericoloso, sia per i lunghi viaggi sia per le minacce ricevute da gruppi malavitosi che sfruttano i cani nei combattimenti. «Conoscevo Elisabetta, l’ho incontrata due anni fa al rifugio di San Severo nel Foggiano: una persona innamorata degli animali, e dopo quello che è successo, a maggior ragione, va fatta chiarezza sulle staffette. Quelle autorizzate, con mezzi certificati, devono avere a bordo animali dotati del famoso Modello A, che dichiara la provenienza, la destinazione, libretto sanitario in regola, almeno 60 giorni di vita e microchip. Poi, esistono anche realtà che organizzano staffette illegali: un rischio sia per gli animali sia per le persone, ma fortunatamente, con la pandemia, i numerosi controlli sul territorio hanno bloccato queste situazioni». «L’emergenza sanitaria non solo ha fermato il trasporto incontrollato di animali - conclude Giovannoni - ma ha anche creato più consapevolezza fra i cittadini sul tema dell'adozione e sugli appelli di aiuto a distanza: a Verona, infatti, abbiamo registrato 253 adozioni e 232 nuovi ingressi».

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