Pet | 20 aprile 2021, 15:09

Una rondine fa primavera

Una rondine fa primavera

Un’ombra nel cielo, che piroetta veloce e cerca il nido lasciato l’anno precedente per chiamarlo nuovamente “casa”. Quella coda a punta e quel volo concentrico nei cieli aiutò, nel corso dei secoli, gli uomini a misurare il tempo per prevedere il futuro dei raccolti, perché la puntualità della rondine al suo ritorno dalla terra africana segna un altro nuovo inizio.

Da più di duemila anni le rondini fanno parte della cultura dell’uomo, che ha dedicato loro miti, leggende, proverbi, poesie, fiabe e opere d’arte. I greci la consideravano un dono di Afrodite per la sua bellezza, mentre per i romani la sua comparsa significava una manifestazione dei Lari, le divinità protettrici delle case degli uomini, per l’abitudine di vivere sotto il tetto delle nostre abitazioni. Nell’antico Egitto si narrava che la dea Iside si trasformasse in una rondine per poter piangere la notte sul sarcofago del marito Osiride; nella tradizione cristiana rappresenta la resurrezione e la passione di Cristo e proprio per questo viene spesso raffigurata in opere sacre. Giacomo Balla, artista futurista, ha dedicato un’opera di 51 per 76 centimetri, realizzata nel 1913 e deposta nel Museo di Arte Moderna di New York, dal titolo “Volo di rondini”, che raffigura il loro volo visto in forma scomposta, dando così il senso di dinamismo, velocità e movimento, cardini del Futurismo italiano.

Una delle più belle poesie a lei dedicata è quella di Giovanni Pascoli, “X Agosto”, dove la rondine è la creatura designata per descrivere l’amore del padre Ruggero per i figli, ucciso mentre tornava al suo nido. A ogni equinozio di primavera (il 20 marzo per questo 2021), il proverbio popolare italiano ricorda: «San Benedetto, torna la rondine al tetto», come per la cultura cinese, che lo definisce il giorno delle rondini.

Oggigiorno la sua sopravvivenza è minacciata dal nostro stile di vita. A causa dei cambiamenti climatici le rondini arrivano in anticipo, restando fino ai primi di ottobre, ma l’agricoltura intensiva non consente più un nutrimento adeguato; i cieli sono inquinati e le casette di fango costruite dalle rondini vengono distrutte dagli esteti della casa perfetta. Purtroppo la popolazione di esemplari che fa ritorno alla nostra terra è diminuita del 40%. Possiamo fare molto per salvare i nidi di rondine e balestruccio, sensibilizzando le Regioni affinché apportino regole che favoriscano un’agricoltura più sostenibile e vòlta a tutelare la biodiversità.

Per maggiori informazioni: veneto@lipu.it