La valpantenese Nicoletta Morbioli, dirigente del C.P.I.A., Centro Provinciale per l’Istruzione degli Adulti di Verona, è ormai un’esperta “racconta storie” in, una più una meno, 5000 battute. Sono vicende vissute, trasferite su carta, in prevalenza da amici, conoscenti e studenti migranti, i quali dopo aver subito dall’uomo violenze inaudite, guardano avanti, senza mai voltarsi indietro: con coraggio riprendono in mano la loro vita, spesso, grazie all’intervento di persone dal cuore grande.
I racconti di Morbioli dovrebbero essere riuniti in un libro, con il cui ricavato finanziare la costruzione della scuola a Kisumu, in Kenya, dove una docente veronese (in pensione) ha scelto di vivere e insegnare. La scuola in Kenya è accessibile a tutti, ma per molti ragazze/i resta un miraggio.
Nicoletta descrive queste vite con delicatezza (lei direbbe “con rispetto”), soffermandosi sulla positività dei protagonisti. Il contenuto e il linguaggio usato ben impressionano le giurie dei concorsi, nazionali e internazionali.
Nel marzo 2021 Nicoletta è stata premiata, in un concorso letterario internazionale, con il racconto di una coppia di afghani che, a Verona in piena pandemia da Covid-19, ha visto nascere la loro prima figlia: Azadì. Un nome che in persiano significa Libertà: diventato poi il titolo del racconto e del suo messaggio di speranza.
A fine ottobre, a La Spezia, si è classificata prima, con il racconto: “La Bestia”, il nome del treno merci sul quale i messicani tentano di abbandonare la loro terra, aggrappati sul tetto della locomotiva in movimento: in bilico tra vita e morte, nonché alla mercé dei racket dell’immigrazione clandestina. Per il racconto “Vita e Morte” ha ricevuto la menzione speciale. È la storia del riscatto di un gruppo di ragazzini indiani “gli orfani della pira”, ossia i bambini, “figli del fuoco”, che trascorrevano giorni e notti, attorno alle cataste di legna in fiamme, sperando di trovare - ma di fatto rubare - i sudari e gli oggetti delle salme, per poi rivenderli ai familiari di altri defunti, finchè non spunta un signore di origini venete, che offre a questi ragazzini una nuova vita.
A novembre e dicembre per Nicoletta sono arrivate altre due premiazioni nelle Marche. Una a Falerone: terzo premio per il racconto “Senza confini”, che descrive le vicissitudini di una sedicenne vittima di tratta, che ora frequenta la scuola a Verona; l’altra al concorso letterario Amedeo Corrado Nobili a Smerillo (Fermo), dove racconta il conflitto in Siria con “L’intagliatore di sogni”.
Per Nicoletta «la scrittura è un potente mezzo per arrivare al cuore delle persone», per me leggere è spaziare, conoscere chi ci sta intorno e ci fa paura: uno sprone a combattere l’indifferenza.