Gira e rigira, anche settembre è arrivato. È il momento di tornare a casa, a scuola, al lavoro. È il momento di “riprogrammare” le esigenze di tutta la famiglia, è il momento delle liste delle cose da fare che cancellerete con una bella riga marcata, come piace fare a noi mamme, solo a febbraio (se va bene).
L’estate non è mai un momento facile, soprattutto per i genitori che lavorano e che, con la chiusura delle scuole, devono districarsi fra campus estivi, grest, colonie, fattorie (potrei continuare all’infinito), ma la ripresa resta per molti un vero e proprio shock. Ti ricolloca in una “comfort zone”, in qualcosa che conosci (e questo ti dovrebbe sollevare) ma in realtà non è così. Anche perché, vogliamo parlare dei traumi che il caldo di questi mesi passati ci ha lasciato? Fra bambini sudatissimi che ti scappavano tra le mani come i pesci che voleva catturare Sampei, lo stress delle penosissime decisioni che la vita ti pone davanti, quando meno te lo aspetti, in cui non sai se salvare tuo figlio che sta annegando allegramente fra le onde del mare o l’altra che ha deciso di perdersi fra gli ottocentomila stabilimenti balneari della Riviera Romagnola. Fra i tagli di capelli home-made azzardatissimi con cui abbiamo rovinato i nostri pargoletti per salvarli da teste zuppe notte e giorno e notizie che ci schiacciano come macigni, come il divorzio di Ilary e Totti: non sono cose da tutti i giorni, converrete. Per non parlare del capitolo “compiti per casa” che logora lentamente, dietro le quinte, anche l’ambiente familiare più sereno. Non so spiegare perchè ma anche i più bravi e volenterosi, d’estate, per qualche ragione sconosciuta si incantano e quando mancano pochi giorni al suono della campanella ufficiale, si risvegliano e con loro anche tutta la nostra capacità toracica con urla che non si avvicinano nemmeno a quelle con cui abbiamo spaventano metà delle persone in spiaggia con moniti vari relativi all’uscire dall’acqua. Sappiate però che se avete già messo le copertine a tutti i libri siete a buon punto e, forti di questa condizione, potrete affrontare le giornate di prova delle attività pomeridiane da vere amazzoni.
Chiudo con una richiesta: “Caro sistema politico-amministrativo o quello che è, lasciate i nostri bimbi senza mascherine!”. Cosa vi hanno fatto di così tremendo che sono stati gli unici a doverle portare fino all’ultimo, mentre tutti erano senza, anche quando giocavano in cortile “a prendersi per finta”, perchè non ci si poteva nemmeno toccare? Spero abbiate trovato un modo: non facciamogli più portare un peso che non gli spetta.