Danilo Tommasi, nato e residente a Stallavena, dopo aver frequentato sia lui, sia i suoi figli, l’asilo Luigi Tubaldini, da settembre 1986 a dicembre 2022, ha svolto il ruolo di presiedente del consiglio di amministrazione, con passione e la responsabilità del buon padre di famiglia.
Due i fattori che hanno spinto Tommasi, classe 1948, ad assumersi per 36 anni questo impegnativo compito. Anzitutto lo spirito di appartenenza alla comunità di Stallavena e, in secondo luogo, il lavoro alle Officine Grafiche Mondadori, che gli ha consentito di avere del tempo libero. La sua è stata una vita normale: si è sposato nel 1973 con Graziella e con la nascita di Monica ed Enrico è ritornato nel suo asilo come genitore e socio interno del Consiglio di Amministrazione, vivendo una sua fase di sviluppo. Finito il periodo di diritto come genitore, all’interno del consiglio venne sempre invitato dalla Caritas diocesana, la quale, ogni quattro anni, rinnovava il suo incarico.
La scuola materna Ing. L. Tubaldini è una delle poche strutture della provincia che ha saputo rinnovarsi, sia come struttura – i nuovi spazi per attività educative, nido integrato, sezione primavera, palestrina, fotovoltaico e adeguamento anti sismico – sia giuridicamente.
Questa scuola d’infanzia è frutto di un lascito vincolato dell’Ingegnere Luigi Tubaldini di Vicenza che, per testamento, destinò tutti i suoi possedimenti di Stallavena - terreni, casa padronale e colonica - affinché venissero utilizzati «esclusivamente per l’istituzione di un asilo infantile per questa frazione, diretto da suore e sotto la sorveglianza del curato». Il testamento prevedeva inoltre «l’usufrutto alle cugine contesse Orsola e Gregorina Sagramoso della casa padronale». L’ingegnere Tubaldini morì il 5 febbraio 1937 ed esecutore testamentario fu Ottorino Cometti podestà del comune di Grezzana, il quale iniziò subito l’iter burocratico per istituire l’ente morale che doveva gestire l’asilo con gli introiti dei campi. Il Podestà, con costanza e autorevolezza, liquidò i mezzadri, concordò una soluzione pacifica con le contesse Sagramoso e trovò le suore. Accettò l’Istituto delle Piccole Figlie di San Giuseppe, autorizzato dal vescovo Girolamo Cardinale. Così il 7 novembre 1938 venne registrato l’ente morale Ipab, intitolato all’Ing. Luigi Tubaldini. Il primo anno, secondo gli storici, «fu un’esperienza molto costosa, tanto che per pagare i debiti si dovette vendere mobili e dipinti pregiati». Tuttavia il commissario prefettizio, il 30 settembre 1939, decise di riconfermare la convenzione con le suore, controllate dal parroco di Alcenago e poi da quello di Stallavena. Suore che rimasero fino al 26 luglio 2015.
Negli anni anche la forma giuridica venne rinnovata – passò ad istituto di diritto privato – con lo statuto che previde un consiglio di amministrazione (con soci interni ed esterni), un presidente, un segretario: rimase la titolazione all’Ing. Luigi Tubaldini e il controllo del parroco di Stallavena, componente di diritto nel consiglio. Negli anni Settanta l’edificio venne ampliato, inglobando la casa colonica. Stallavena crebbe e l’asilo accolse anche i bambini dei comuni limitrofi, i cui genitori lavoravano in paese.
Danilo Tommasi diventò presidente nel 1986, quando Stallavena e l’asilo erano in piena espansione. Le scuole materne iniziarono l’iter per diventare “scuole dell’Infanzia” iscritte alla Fism. A Tommasi oltre alla gestione ordinaria della scuola, sotto il profilo economico, didattico ed educativo, premeva quella straordinaria, la conduzione dei terreni che dovevano permettere la manutenzione e il miglioramento degli edifici: renderli luminosi e piacevoli anche per i bambini che continuano arrivare anche dalle frazioni e comuni vicini. Nel 1997 venne aggiunto “l’asilo nido integrato” per i bambini dai 12 ai 36 mesi e di recente è stata istituita la “sezione primavera”, per quelli dai 24 ai 36 mesi.
Nel 1985 il comune, essendo sprovvisto di asili e scuole materne, iniziò a finanziare quelle private e la volontà di Tommasi è sempre stata quella di «operare in squadra con i presidenti delle altre scuola d’infanzia del territorio, trovando sintonia».