Storie del territorio - 28 febbraio 2023, 17:42

Il borgo incastonato nel tempo

Il borgo incastonato nel tempo

 

Se i due giovani protagonisti di “Moonrise Kingdom”, film di Wes Anderson del 2012, fossero vissuti a Verona e al giorno d’oggi, probabilmente avrebbero scelto come meta per la loro fuga d’amore Campo di Brenzone.

Una sola famiglia residente, un fermoimmagine al secondo Dopoguerra: il borgo medievale di Campo è una delle sedici frazioni di Brenzone, località sul lago di Garda. Le sue origini risalgono all’anno Mille, ma dagli anni Cinquanta ha iniziato a disabitarsi sempre di più, fino a contare, oggi, una manciata di abitanti. Raggiungerlo non è semplice, si arriva solo a piedi dopo un percorso di circa mezz’ora, ma quando si arriva ci si ritrova catapultati indietro nel tempo. Le case sono diroccate e inagibili, tutto è rimasto come una volta: la fontana, l’antico torchio, una casa-fortezza altrettanto inagibile e infine la chiesetta locale, sorta nella prima metà dell’anno Mille, che contiene affreschi di Giorgio Da Riva risalenti al 1358, ben conservati e recentemente restaurati.

Le iniziative per la valorizzazione

Da anni esiste una Fondazione Campo che ha l’obiettivo di trovare fondi per il suo recupero. Nel frattempo, si cerca di mantenerlo vivo con svariate iniziative, come le centinaia di Presepi nascosti per il borgo, visitabili fino a metà febbraio, e il secondo evento è “Notti magiche a Campo”, che da ormai 27 anni organizza concerti nella notte di San Lorenzo e ha ospitato nomi di spicco come Fabio Concato, Antonella Ruggiero, Gino Paoli ed Eugenio Finardi.

Il Teatro degli Ulivi

Dietro a Campo si cela poi un altro grande progetto, che ci ha raccontato la diretta responsabile, Sonia Devoti. «Il terreno dove si svolgono le Notti magiche è stato messo in vendita circa un anno fa, e c’era il rischio che i nuovi acquirenti privatizzassero il campo, ponendo così fine a questa rassegna ormai storica. Quindi io e un gruppo di amici abbiamo unito le forze per acquistare questo spazio: è stata un’azione abbastanza onerosa, abbiamo dovuto trasformare questo nostro sogno nel cassetto in un’impresa sociale, ma ne è valsa la pena. Abbiamo quindi messo insieme i nostri risparmi e aperto una donazione per tutti gli interessati. È infatti possibile adottare simbolicamente uno degli ulivi secolari intorno al terreno, per legare il proprio nome a questi alberi, e con una donazione di mille euro una tantum si può far parte di questo importante progetto, che ora prende il nome di Teatro degli Ulivi. Abbiamo quindi realizzato un palco che si armonizzasse bene con l’ambiente circostante e cercato di rendere il luogo agibile per gli eventi, ma senza snaturarlo. Vogliamo rendere questo borgo una culla dell’arte, della musica e della cultura, perché è l’unica frazione di Brenzone che non è ancora stata urbanizzata e trasformata dal caos del turismo di massa».

 

Valentina Ceriani

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