Cultura e spettacoli | 01 marzo 2023, 15:12

L'Angolo del cinema: "Avatar - La via dell'acqua"

L'Angolo del cinema: "Avatar - La via dell'acqua"

 

Al momento della stesura di questo pezzo “Avatar – La Via dell’Acqua” ha da poco superato i 2 miliardi di dollari di incasso a livello globale, diventando così al momento il sesto miglior incasso di sempre nella storia del cinema. Il secondo capitolo dell’epopea fantascientifica di James Cameron segue quindi la scia del suo predecessore (al momento primo in classifica) ottenendo un risultato prevedibile, ma che non per tutti era scontato.  

A distanza di 13 anni dall’uscita del primo film molti credevano che l’entusiasmo attorno all’opera del regista di Titanic e Terminator fosse scemato e invece anche questa volta Cameron ce l’ha fatta, portando al cinema un’opera dalle proporzioni colossali sotto ogni punto di vista: production value, messa in scena, budget e durata della pellicola.  

TRAMA (Spoiler-free)

Dopo aver sconfitto gli umani dell’RDA e aver fatto loro abbandonare Pandora, Jake Sully (Sam Worthington), ormai diventato un Na’vi vive la sua vita in veste di patriarca della tribù degli Omaticaya al fianco di Neytiri (Zoe Saldana). I due hanno messo su famiglia mettendo al mondo tre figli, Neteyam, Lo’ak e Tuktirey, e adottandone una quarta, Kiri, figlia dell’Avatar della deceduta dottoressa Grace Augustine (Sigourney Weaver), nata in circostanze misteriose e apparentemente senza un padre. La famiglia vive la sua vita felicemente e in libertà finché il ritorno degli esseri umani su Pandora non li costringerà ad imbracciare nuovamente le armi. I Sully, per proteggere la tribù, decidono così di partire verso altri lidi unendosi alla tribù costiera dei Metkayina dove dovranno adattarsi ad uno stile di vita completamente diverso e dove dovranno rinforzare ulteriormente il legame che li unisce.  

ANALISI

Se il primo “Avatar” si presentava come un racconto di formazione in cui Jake doveva imparare ad essere un Na’vi questo secondo capitolo riprende un po’ la stessa formula mostrando un’intera famiglia alle prese con una cultura differente. Il tema centrale del film sono però i legami familiari, il legame tra fratelli, tra genitori e figli e tra marito e moglie e le responsabilità che ognuno di loro ha nei confronti degli altri. Allo stesso modo del predecessore questo film non punta ad avere una trama particolarmente originale o articolata: come detto dallo stesso Cameron, questi due film vogliono essere l’antipasto, in preparazione dei capitoli successivi, ma nonostante questo mettono in scena personaggi profondi, realistici e vivi che permettono ad ogni genere di spettatore di empatizzare con loro. Un film, dunque, che parla di famiglia, di riscatto, di accettazione e che non manca di presentare temi attuali come quello ecologico, oggi più importante che mai. Ciò che però rappresenta la vera forza del film è il lato tecnico, la regia di Cameron, la fotografia, la colonna sonore e soprattutto la messa in scena. “La Via dell’Acqua” mette in mostra i migliori effetti visivi mai visti nell’industria cinematografica rendendo vivo ogni singolo dettaglio a schermo, dai corpi e i volti dei Na’vi alle creature che popolano Pandora passando per le ambientazioni, come sempre incredibilmente suggestive. Un film che merita sicuramente una visione, meglio ancora se al cinema e in 3D, un appuntamento immancabile per ogni appassionato dell’arte cinematografica a tutto tondo.

 

Samuele Colombini