Storie del territorio - 09 marzo 2023, 12:50

L’utopia (di Garganega) diventa realtà nel primo Vermouth veronese

L’utopia (di Garganega) diventa realtà nel primo Vermouth veronese

A Brognoligo di Monteforte d'Alpone, tra le colline veronesi, c’è una cantina che dal 1933 ad oggi porta avanti un’idea di vino che non è mai cambiata: credere solo nell’uva Garganega e nella produzione da monovitigno autoctono del territorio. Si tratta della cantina Cornelia Tessari, che del Soave in purezza ne ha fatto un marchio distintivo. «Un vino storico - racconta Cornelia Tessari, alla guida della cantina insieme ai fratelli Antonio e Germano - che come tutte le cose storiche, a volte, ha bisogno di essere un pochino svecchiato. Negli anni ci siamo resi conto di come il prodotto non venisse giustamente valorizzato. Così, negli anni, abbiamo lavorato prima ad una bollicina, poi a un vino rifermentato in bottiglia e a un Recioto, senza mai sortire gli effetti sperati. Alla fine ci siamo chiesti: perchè non provare con un Vermouth?».

Il Vermouth è un vino aromatizzato, lasciato in infusione con erbe officinali, che nasce nel territorio torinese ma da sempre radicato anche nel nostro territorio. Quello della cantina Tessari è realizzato in collaborazione con un farmacista della Val di Ledro, legato al Veneto dalle origini della sua famiglia. «La storia familiare, il peso della tradizione e le scelte di carattere che ci accomunano hanno suggellato la nostra collaborazione - racconta Cornelia Tessari -. All’interno ci sono 20 diverse erbe, alcune dalla zona del lago di Garda e altre più generiche come assenzio, china o lavanda». Ognuna regala una nota particolare e il risultato è un ensemble che racconta con carattere un territorio, portando con sé un'identità  inconfondibile. Al gusto è intenso, rotondo, con una chiara nota amaricante che emerge nel finale.

Un’impresa all’apparenza utopica, ma che è diventata realtà nel momento in cui si è trovato il coraggio per provarci, realizzando il primo Vermouth veronese. Il suo nome, “Utopia di Garganega”, ricorda lo spirito con il quale la cantina Tessari ha sperimentato questa nuova idea. «Utopia era quello che ci ripetevamo mentre lavoravamo a questo prodotto» rivela Cornelia Tessari. Anche l’etichetta è emblematica: tre volti per le diverse facce dell’uva Garganega, a simboleggiare la sua versatilità. Volti che sembrano maschere, quasi a sottolineare il lato divertente, giovanile e giocoso di un prodotto ritrovato. «Nel passato lo si beveva più frequentemente da solo - sottolinea Cornelia Tessari -, mentre adesso si usa tanto miscelato con i cocktail per un aperitivo. Noi lo proponiamo come aperitivo con ghiaccio, una fetta di arancio o la classica buccia di limone, miscelato o, in alternativa, anche come digestivo a fine pasto».

Un prodotto che può aprire nuovi mondi, facendosi veicolo anche per gli altri prodotti di casa Tessari. «Proporsi unicamente come produttori di Soave è sicuramente complesso - conclude Cornelia Tessari -, tanto che diverse accortezze e peculiarità della nostra cantina non sono mai state giustamente valorizzate, in quanto difficili anche da comunicare. Avere un prodotto fuori dagli schemi può certamente aiutare a far apprezzare anche il resto. A sua volta, il mondo della miscelazione ci sta portando a scoprire cose nuove: continueremo a sperimentare e a metterci in gioco, senza mai snaturarci».

Camilla Faccini

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