Storie di persone | 10 marzo 2023, 18:13

Pasini, il Presidente di tutti

Dal 29 gennaio scorso la Provincia di Verona ha un nuovo Presidente. Flavio Massimo Pasini, sindaco di Nogara, ha preso il posto di Manuel Scalzotto, primo cittadino di Cologna Veneta. Pasini era l’unico candidato alla successione, anche perché la politica scaligera, da destra a sinistra, ha fatto quadrato su di lui arrivando a proporre un unico nome.

Pasini, il Presidente di tutti

Il primo a caldeggiare e a proporre una candidatura unica per il rinnovo della carica di Presidente della Provincia è stato il sindaco con maggior peso anche in termini di voti: Damiano Tommasi. È stato il primo cittadino di Verona a convincere alleati e avversari politici ad arrivare a Flavio Massimo Pasini (Lega) come unico candidato alle elezioni che si sarebbero svolte il 29 gennaio e che avrebbero trovato il sostituto di Manuel Scalzotto, presidente uscente.

L’accordo politico c’è stato, ed è andata come doveva andare. Pasini ha ricevuto un’investitura allargata e condivisa da tutto l’arco politico veronese ed è la prima volta che accade. 59 anni, Flavio Pasini è sindaco di Nogara e sta portando avanti il suo secondo mandato. Come primo atto da Presidente al Palazzo Scaligero ha richiesto all’Assemblea una modifica dello statuto e ha nominato, come accade in altre province, due vicepresidenti: Luca Trentini, sindaco di Nogarole Rocca e David Di Michele, consigliere anziano, già vicepresidente nel precedente mandato e consigliere comunale a Lavagno.

Presidente, prima l’elezione, poi l’insediamento e il giuramento. Quante emozioni fino a questo momento?

Le emozioni fin qui sono state davvero tante, compresa quella di mercoledì 22 febbraio, giorno del giuramento davanti a tutti i colleghi sindaci che affollavano la meravigliosa sala di Fra Giocondo. Un contesto prestigioso, nel cuore della città di Verona…la gioia è stata grandissima.

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La sua candidatura è frutto di un accordo politico condiviso da più partiti. Si cercava un Presidente per tutti ed è uscito il suo nome. Ne è lusingato?

Sapevo che in qualità di sindaco di un comune della provincia scaligera avrei potuto anche ricoprire il ruolo di Presidente, ma che il mio nome mettesse d’accordo un po’ tutti i partiti mi ha sorpreso, in positivo chiaramente. Anche perché è la prima volta a Verona che c’è un accordo così trasversale. Il fatto che la convergenza sia avvenuta sul mio nome, mi fa molto piacere ed è chiaro che adesso viene riposta nella mia figura anche molta responsabilità.

Sente il peso dell’incarico?

Ci sono delle grandi aspettative nei miei confronti e in tutta la squadra provinciale, ma abbiamo la forza per poter dimostrare che possiamo fare bene.

Appena iniziato, e ha già proposto una modifica dello Statuto per nominare due vicepresidenti…

Prima però sono state ridate le deleghe ai consiglieri, un passo necessario. Gli incarichi sono rimasti sostanzialmente quelli di prima, anche perché era stato iniziato un lavoro importante sul territorio, grazie anche al Presidente Scalzotto, ed è giusto che prosegua. La scelta di nominare due vicepresidenti, invece, va nella direzione di garantire una più ampia rappresentatività ai cittadini e alle forze politiche veronesi che hanno proposto una candidatura unitaria. E anche per dare una buona mano al Presidente perché ne ha bisogno (ride, ndr). In realtà lavorare in squadra mi piace di più.

Nel 2015 la riforma “Delrio” ha depotenziato le Province, togliendo molti dei poteri e delle risorse che avevano a disposizione. Hanno ancora ragion d’essere questi enti?

Abbiamo visto come alcune deleghe fondamentali che sono state tolte alle Province e date alla Regioni, non abbiano prodotto risultati troppo efficaci, questo anche per una questione fisiologica di lontananza dai territori stessi. Negli ultimi anni si è capito come alcune funzioni debbano rimanere di competenza degli enti locali, per essere efficaci ed efficienti nelle risposte. Le Province nei prossimi anni torneranno, anche per questa tendenza, ad avere un ruolo più centrale nella vita di tutti i cittadini.

È solo all’inizio del suo mandato, assieme alla sua squadra ha già individuato delle urgenze più urgenti di altre?

Di urgenze, come dice lei, ce ne sono molte: abbiamo il tema delle scuole, sia del capoluogo che della provincia; abbiamo il problema dei trasporti con la difficoltà di trovare gli autisti; ci sono questioni ambientali, infrastrutturali…ma ci sono anche buone notizie.

Ad esempio?

Sono in arrivo in Veneto nei prossimi anni circa tre miliardi di fondi europei, è aperta la questione dei fondi dei Comuni di confine e del Pnrr…se saremo bravi a cogliere queste opportunità, saremo in grado anche di far fronte alle problematiche prima citate.

Ha già incontrato, da Presidente, alcuni colleghi sul territorio?

Ho già incontrato moltissimi sindaci, anche nei rispettivi territori, come ad esempio in Valpolicella dove è stata ribadita con forza la necessità di un presidio dei Vigili del Fuoco. Ecco, questo è un esempio di come, con i colleghi, intendo operare: individuare i problemi, se è possibile risolverli o promuoverne la soluzione da parte delle istituzioni competenti in materia. Questa visione caratterizzerà il mio e il nostro mandato.

 

Matteo Scolari