Storie di persone | 15 marzo 2023, 16:25

La musica classica tra esperimenti e contaminazioni

La musica classica tra esperimenti e contaminazioni

E se John Williams avesse incontrato Chopin, come sarebbe suonata la celebre “Marcia Imperiale” di Darth Vader? E l’Etude Op.25 n.10? Se queste domande non ve le siete mai poste, non c’è nulla di male: d’altronde, perché due compositori così lontani e diversi l’uno dall’altro dovrebbero incrociare le mani sullo stesso pianoforte? Non c’è un motivo, solo tanta curiosità alla base dell’esperimento di Sergio Baietta, pianista e compositore veronese che di fantasia e voglia di esplorare l’inesplorabile, ne ha parecchia. Se provate a dare un’occhiata veloce al suo canale YouTube, capirete di cosa stiamo parlando. Dai concerti classici all’esecuzione di uno degli studi di Chopin più complicati suonato a due mani in contemporanea su due pianoforti diversi, passando per l’ultima delle fatiche di Sergio: la lettura musicale dei tarocchi. Un musicista indomabile che è riuscito ad andare oltre la musica classica e le sue “recinzioni” per creare qualcosa di unico.

Sergio, sei un personaggio piuttosto camaleontico, un artista particolare. Chi sei davvero?

È difficile inquadrarmi: sono un pianista da quando sono piccolo, poi sono diventato direttore d’orchestra e compositore. Ho sempre pensato alla musica a 360 gradi senza darmi dei limiti e senza farmi inquadrare, come la musica classica vorrebbe e questo mi ha sempre dato un po’ fastidio.

Hai sperimentato davvero molto, come si vede nei tuoi video. In uno, in particolare, suoni contemporaneamente su due pianoforti diversi, come fai?

Io ho bisogno di essere creativo ed esplorare. Quello fu uno dei primi esperimenti che ho fatto su un brano abbastanza difficile: è uno dei brani più difficili del repertorio di Chopin ed era una provocazione farlo su due pianoforti in modo anche scomodissimo. È un giochetto, ma è piaciuto molto e mi fa piacere. Se lo ascoltate fino in fondo, a un certo punto c'è un cane che abbaia e che messo per coprire un errore che avevo fatto. Nella recensione che hanno scritto, invece, pensavano che fosse il mio cane che si era avvicinato per la musica.

Un’altra tua passione è l’universo di “Star Wars” e hai cercato di fare una cosa pazzesca: hai unito Chopin e John Williams. Come ti è venuto in mente?

Anzitutto io sono un fanatico di “Guerre Stellari” e adoro la musica di John Williams. Un giorno ero in conservatorio e, siccome sono anche un fanatico della musica di Chopin, in particolare degli studi di Chopin che mi sono sempre piaciuti da bambino e ho pensato che la colonna sonora del film il “Tema della forza” sarebbe stata benissimo con lo studio op.25 n°12 di Chopin. Mi sono detto “qualcuno deve farlo” e allora l’ho fatto io. Ho avuto soltanto una scintilla, perché i compositori, quando compongono, hanno una visione iniziale, quasi come un filo d’Arianna che pian piano bisogna ricomporre: è una scoperta di immaginazione continua, un viaggio nell’inconscio.

E i tarocchi come sono entrati nel tuo universo musicale?

La mia evoluzione come artista e compositore mi ha portato a conoscere questo mondo. Ho capito che i tarocchi potevano essere usati in maniera psicologico evolutiva, cioè come uno specchio dell'inconscio. Ne sono rimasto affascinato e ho iniziato a interessarmi per capire come leggerli e studiarli. Poi ho deciso di unire, anche in questo caso, questa nuova passione alla musica, pensando al fatto che ogni carta può avere la sua colonna sonora. È stato un percorso vero.

Qual è la carta più significativa per la quale hai scritto un brano?

Ti direi “l’Appeso”. Mi sono chiesto come poter ricreare in musica questo arcano e dare l’idea di un qualcosa di capovolto. Anche in quel caso ho seguito il mio “filo d’Arianna” e ho preso uno dei brani più famosi al mondo “Per Elisa” di Beethoven e l’ho capovolto invertendo la melodia. In questo modo ho ottenuto un brano nuovo. Poco dopo averlo messo su YouTube sono stato contattato da un regista francese che ha comprato “Per Elisa Reverse” per un film.

Dai tarocchi in musica hai iniziato anche a fare delle letture sulle quali “ritagli” una colonna sonora personalizzata…

Sì, l’ho fatto anche durante i concerti: prendo una persona a caso dal pubblico e si siede vicino a me. Pesca tre carte e in base a queste, in maniera estemporanea, creo una musica pensata per quella persona: uno specchio sonoro del suo momento. È un momento molto particolare perché la persona si apre, a volte si commuove. È molto bello e difficile perché serve essere pianista, compositore, improvvisatore e capace di vedere l’animo umano di chi hai di fronte. È un’esplorazione continua.

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Giorgia Preti