Food & Wine - 15 marzo 2023, 16:36

L’etichetta della discordia che fa paura ai vini italiani

Ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida a Bruxelles per il Consiglio Agricoltura e Pesca dell'UE

Ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida a Bruxelles per il Consiglio Agricoltura e Pesca dell'UE

“L’alcol nuoce gravemente alla salute”, “il consumo di alcol provoca malattie del fegato”, “Alcol e tumori mortali sono direttamente collegati”. La proposta dell’Irlanda di introdurre un’etichettatura sanitaria sulle bevande alcoliche tiene banco in Europa: la Commissione europea ha dato il via libera al suo utilizzo sul territorio nazionale, ma i Paesi mediterranei non ci stanno, convinti che la scelta di Dublino potrebbe innescare una reazione a catena e contagiare anche altre capitali europee.

Perché l’etichetta non distingue tra consumo e abuso di alcool, e soprattutto mette sullo stesso piano superalcolici, vino e birra. In un Paese come l’Irlanda, che di vino ne consuma poco ma che ha gravi problemi con l’alcolismo, la normativa sembra inattaccabile, ma i produttori italiani sono insorti: il timore, ha affermato il presidente dell’Unione Italia Vini Lamberto Frescobaldi, è che si lanci «un segnale d’allarme sui prodotti alcolici facendo di tutta l’erba un fascio», mentre il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti ha messo l’accento sul rischio di «una deriva proibizionistica».

Non è tanto il mercato irlandese a preoccupare i viticoltori di Italia, Spagna, Francia e altri sei Paesi Ue, quanto il rischio che l’etichettatura in “stile tabacco” possa estendersi in futuro in altri mercati, molto più importanti per l’export nostrano e dei vicini mediterranei. Per questo il Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, ha contrattaccato presentando agli omologhi europei la proposta di un’etichetta salutista che assomigli più a un bugiardino per i medicinali, che metta in chiaro sia i pro che i contro dell’assunzione di alcol.

«Abbiamo avuto modo di spiegare le nostre ragioni su quello che deve essere un sistema di informazione corretto da fornire ai cittadini, in cui spiegare che gli eccessi di alcol, come di qualsiasi cosa, portano danni ma che non devono essere confusi e diventare uno stigma per produzioni che, se assunte in maniera moderata e con parsimonia, possono essere fattori di benessere», ha sottolineato il ministro. Chiarendo che nutrizionisti e medici sostengono che «il vino è un fattore di benessere”, e che attraverso il vino “si assumono proteine e vitamine».

Al di là della questione relativa al benessere dei consumatori, anche Lollobrigida ha ricordato che per l’Italia il vino è soprattutto «una fetta importante di mercato». Un mercato in crescita, che nel 2022 avrebbe raggiunto gli 8 miliardi di euro di esportazioni. Ora la battaglia si sposta a Ginevra, sede dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (Omc), che dovrà decidere se dare il via libera definitivo alle etichette irlandesi. L’Italia non è sola: con Spagna, Francia, Portogallo solleverà i propri dubbi anche all’Omc, nel tentativo di trovare un compromesso con i “neo-proibizionisti” irlandesi e salvare migliaia di produttori d’eccellenza italiani e europei.    

Simone De La Feld

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