Storie del territorio | 04 aprile 2023, 13:01

L'educazione alla prevenzione passa dalle scuole

L'educazione alla prevenzione passa dalle scuole

«Dobbiamo riportare i giovani ad essere protagonisti del loro futuro, soprattutto quando con il loro coraggio e spirito d’iniziativa, compiono atti di altruismo e di attenzione verso gli altri» racconta così, con grande orgoglio, Luca Dal Corso, infermiere dell’Azienda Ospedaliera Integrata di Verona, i risultati dei due progetti di cui è coordinatore, riservati ai ragazzi delle scuole primarie di primo grado e secondarie: “Diamoci una scossa, la rianimazione nella scuola”, in grado di fornire la certificazione all’uso del defibrillatore agli studenti di quinta superiore; l’altro è “Battito di Mani” che, nelle classi quinte delle elementari, unisce l’insegnamento curricolare combinato del Sistema Cardiovascolare alla rianimazione cardiopolmonare.

Progetti nati sotto la pandemia, che hanno risposto al danno oggettivo delle morti cardiache, ma sono stati - e sono - anche un modo per far ripartire la prevenzione proprio dal nostro futuro, i ragazzi, così abbattuti dopo i due anni di isolamento. «Quest’anno abbiamo ottenuto il Patrocinio del Provveditorato agli Studi, il che ha dato una grande spinta perché le scuole partecipassero in buoni numeri: stiamo già formando molte scuole della Provincia, tra cui Legnago, Garda, Pescantina, ma è a Verona, dove abbiamo ottenuto il Patrocinio di Comune e Provincia, il più importante successo. Le scuole partecipanti sono infatti cresciute a 23 - aggiunge Dal Corso. - La cosa più importante sono però le parole di coraggio e speranza dei ragazzi che, partecipando al programma, testimoniano come si sentano nuovamente utili e fondamentali per aiutare gli altri».

«Quest’attività è unica perché a quattro e sei mesi di distanza dal corso, gli studenti vengono sottoposti nuovamente a una prova pratica e teorica: i dati che fino ad ora abbiamo raccolto, un centinaio sia per i ragazzi delle elementari che delle superiori, certificano che la maggior parte dei giovani ricordano i “quattro pilastri fondamentali” su cui agire: la necessità di lavorare in sicurezza, la capacità di riconoscere una persona in arresto cardio-circolatorio, che abbiano la consapevolezza di dover chiamare i soccorsi in queste situazioni e che sappiano cominciare le manovre di rianimazione  cardio-polmonare».

Nella squadra del progetto ci sono anche il dottor Simone Sebastiani, referente di Italian Resuscitation Council (IRC) per Azienda Ospedaliera, e un team dedicato di medici e infermieri che si è reso disponibile per questo progetto. «Abbiamo già in cantiere una nuovo grossa iniziativa, che renderà protagonisti sempre i ragazzi: una grande soddisfazione per noi sapere di seminare e testimoniare buone pratiche».

Alice Martini