È di poco tempo fa la notizia di una mamma che, esprimendo tutto il suo dissenso per i compiti a casa con un video decisamente colorito su TikTok, ha dato voce in realtà al pensiero di molti genitori.
Come sempre la verità sta nel mezzo, ma sarebbe bello (e forse anche giusto, aggiungo) vedere i bambini al pomeriggio giocare incessantemente senza troppe preoccupazioni e frustrazioni e concentrarsi invece di più durante l’orario scolastico. Francamente, sia che i nostri figli siano veloci e preparati, che svogliati e/o con più difficoltà, lo scoglio dei compiti per casa se lo eviterebbero con piacere praticamente tutte le famiglie. Mamme, papà, nonni che di fronte a certe operazioni di seconda elementare arrivano a porsi interrogativi esistenziali e, spesso, nel tentativo di aiutare i piccoli, commettono errori che la maestra in classe non perdonerà e, con il suo “dovete leggere bene le consegne”, vi metteranno nei pasticci proprio con i vostri stessi figli. Questo succede soprattutto con i test invalsi che finalmente ho capito cosa sono: un ottimo metodo per minare l’autostima dei bambini.
I compiti al pomeriggio sono sicuramente utili per fissare i concetti ma da usare con moderazione. In un’epoca in cui i nostri figli sono troppo spesso adultizzati, le nostre aspettative gigantesche e il poco tempo a disposizione rendono talvolta questo momento fonte di grandissimo stress. Fra le mamme ho raccolto alcuni esemplari tipici:
· i “bimbi-serpente” che si buttano per terra rotolando e non hanno nessuna intenzione di capire da dove nascono le colline moreniche (da biasimare?): provate a convincerli con l’ipnosi o con qualche figurina Pokèmon;
· i "desaparecidos": loro sì che sanno nascondersi. Il problema è che non li trovi più. La minaccia di far sparire la Nintendo però funziona sempre;
· gli “ho già fatto” che ci riportano allo spot della PIC, velocissimi: non puoi rilassarti un attimo sul divano che sono già pronti per nuove avventure;
· i "coraggiosi”, quelli che vanno a scuola senza aver fatto niente…tanto vai tu poi ai colloqui con le insegnanti.
Personalmente io mi innervosisco quando torno dal lavoro e, in qualche comprensione del testo, trovo ancora frasi come “mentre la mamma stira, il papà legge il giornale”...ma questo meriterebbe una rubrica a parte.