Una rete di professionisti a supporto dello sviluppo delle imprese, a beneficio della comunità: possiamo descrivere così IPLUS, uno studio di consulenza veronese che opera in molteplici ambiti professionali per offrire soluzioni efficaci e innovative, fondata dai fratelli Beatrice e Stefano Scappini. A fianco della più comune consulenza fiscale, societaria e del lavoro, marchio distintivo di IPLUS, da dieci anni, è la consulenza in termini di sostenibilità aziendale, oggi un fattore di vantaggio competitivo che diventerà un futuro prerequisito per tutte le organizzazioni. «Quando nel settembre 2012 abbiamo iniziato a fare i primi report di sostenibilità - racconta Beatrice Scappini, co-founder di IPLUS -, avevamo un mercato davvero molto piccolo, composto da imprese tendenzialmente molto innovative o che avevano prodotti legati ai temi green o ai temi della salute, con imprenditori spesso visionari, che amavano poter portare un benessere tra i lavoratori. Finalmente, dal 2020 la sostenibilità aziendale è diventato un argomento di massa. Se questo da un lato può aumentare il rischio di greenwashing, a mio avviso è un fattore positivo come la sostenibilità stia diventando un tema centrale. Non dimentichiamo che non intraprendere un percorso in questa direzione potrebbe portare diverse realtà ad essere escluse dalla possibilità di ottenere crediti o di non accedere a certi mercati, rischi da evitare».
Un’attenzione sempre maggiore nei confronti della sostenibilità che non è certo casuale, ma frutto di una nuova consapevolezza maturata attorno a questi temi. «Se non per etica o interesse, accade sempre più spesso che un’impresa si trovi nelle condizioni, spesso urgenti, di dover presentare report di sostenibilità e assessment ESG su richiesta di un cliente, per ottenere del credito, per quotarsi in Borsa o per accedere a dei bandi pubblici o a gare private. Non adeguarsi significa correre il rischio di perdere occasioni di mercato. Oramai c’è una forza esterna, una pressione, che spinge l’impresa a dover aprire gli occhi su queste tematiche».
La chiave di lettura del futuro IPLUS la indica chiaramente nella sua vision: sognare di fare business solo con impatti positivi senza esternalità negative. «Forse un’utopia - aggiunge Scappini - ma è questa la destinazione a cui dobbiamo tendere. Ad accelarare su questi temi c’è l’Unione Europea con il Green Deal: fra pochi anni molte imprese, se non tutte, dovranno intraprendere un percorso di transizione ambientale, senza tornare più indietro. Questo senza mai dimenticare la componente sociale ed economica della sostenibilità. Noi siamo qui proprio per aiutare le imprese a comprendere da dove partire, in primis per risolvere i bisogni immediati, successivamente per strutturare un percorso duraturo.
Ciò che più ci preme trasmettere è come la sostenibilità sia un percorso: difficile trovare qualcuno perfetto nel suo essere sostenibile perché per tutti c’è possibilità di miglioramento, continuando ad operare nelle proprie attività giorno per giorno».