Community | 19 maggio 2023, 11:00

La sostenibilità, driver vincente dei modelli di business

Francesco Righetti, Manager Phoenix Capital e Giorgio Bottà, Direttore Divisione Corporate Finance Phoenix Capital

Francesco Righetti, Manager Phoenix Capital e Giorgio Bottà, Direttore Divisione Corporate Finance Phoenix Capital

Phoenix Capital Iniziative di Sviluppo, nata 15 anni fa da un’idea di Giulio Fezzi, presidente di Phoenix Group, da Giovanna Saraconi, AD e da Alberto Fezzi, Responsabile Affari Legati e Societari del Gruppo, è un polo di consulenza manageriale, corporate finance e servizi tecnologici e operativi per lo sviluppo del business e l’ottimizzazione di processi e progetti di banche, assicurazioni, operatori dei pagamenti e imprese. È costituita da un team di oltre 80 collaboratori, tra dipendenti e consulenti, operativi su quattro sedi: Verona, Milano, Roma e Lussemburgo; contempla più di 50 società partner e 16 partecipazioni e nel corso del 2023 sta portando avanti un consolidamento nel più ampio contesto internazionale, strutturandosi anche in Svizzera. 

Una realtà che ha sempre fatto della sostenibilità un punto prioritario, tanto da perseguire diversi percorsi di certificazione. «Nel 2022 abbiamo ottenuto la certificazione SiRating di ARB S.B.P.A. secondo i criteri di sostenibilità ESG, ottenendo un bronzo alla prima valutazione - racconta Francesco Righetti, Manager di Phoenix Capital e responsabile dei progetti Digital -, con un punteggio di 77 su 100. Questo, grazie ad un approccio della governance attento al capitale umano e a progetti sociali di impatto sul territorio. Oggi stiamo lavorando al secondo step di questa certificazione cui si affianca, dal 2016, quella di “Be ForGreen”, riferita all’approvvigionamento energetico: all’interno dei nostri uffici, infatti, utilizziamo solamente energia prodotta da fonti rinnovabili».

Ma come supportare le aziende nell’implementare piani e modelli di business sostenibili, guardando anche all’impatto sui territori, sull’ambiente, ad esempio? «Valutare, oggi, se un progetto di business sia sostenibile o meno - prosegue Righetti - significa analizzarlo sia dal punto di vista finanziario sia rispetto a quelle esternalità positive che esso andrà a generare a livello ambientale, sociale e di governance. Saper comunicare questo impatto positivo è diventato fondamentale, così come centrale in ogni progetto è, di fatto, il tema della sostenibilità».

«La prima cosa che chiediamo a un imprenditore che si voglia dotare di un piano ESG - spiega Giorgio Bottà, Direttore della Divisione Corporate Finance Phoenix Capital - è quella di collocarsi all’interno di una catena di valore che tenga conto di shareholder ma anche di stakeholder, ovvero di tutti i portatori di interesse lungo tutto il progetto. Questa non è semplice filosofia, ma significa ripensare il proprio modello di business. Nel merito, porto un esempio concreto di un nostro cliente nel mondo della moda. Se, inizialmente, mirava ad esaltare le proprie creazioni artistiche/artigianali puntando sull’unicità ed esclusività luxury del prodotto, il nuovo modello di business che abbiamo ripensato insieme, valutando tutte le variabili di cui dicevamo, ha dato la possibilità di ripensare la finalità imprenditoriale. Parliamo di ottimi artigiani e abbiamo creato per loro l’opportunità di riscoprirsi come intermediatori tra arte e prodotto finale. Li abbiamo resi “mecenati 4.0”. Quindi, abbiamo ragionato in termini di impatto ambientale: con l’utilizzo di vernici non tossiche per le loro borse, l’attenzione ai fornitori e alle emissioni di CO2, l’uso di pelli solamente da scarti di produzione zootecnica». 

Spostandoci sul piano finanziario puro, un percorso di certificazione ESG è sempre più richiesto come prerogativa anche dai fondi di investimento. Il fatto di non possedere determinate caratteristiche può porre rapidamente una realtà fuori dai mercati di riferimento. Ecco perché i modelli di business sostenibili sono, ad oggi, mossi non solo da esigenze economiche ma anche dalla creazione di valore dal punto di vista ambientale e sociale. E il metodo seguito è molto pragmatico: si parte dall’analisi dei bisogni dal punto di vista sociale e ambientale per andare poi a sviluppare soluzioni di business che possano essere efficienti, efficaci e utili alla costruzione di un futuro migliore, non solo dal punto di vista economico.

«Sono questi i filoni cui ci stiamo orientando con i progetti in cantiere - conclude Righetti -, guardando non solo al nostro operato ma anche a quelle che sono le linee guida del nostro territorio veronese. Penso ad esempio al nuovo polo di Agrifood Innovation cui importanti realtà istituzionali nazionali e territoriali stanno lavorando, scegliendo Verona come luogo vocato e strategico. Nel nostro piccolo stiamo lavorando per accompagnare aziende e startup del settore a farne parte». 

Leggi Obiettivo Sostenibilità 2023 

Redazione Verona Network