Una cavalcata lunga un mese, che idealmente ha percorso gli oltre mille chilometri che separano Verona dalla capitale d’Europa, Bruxelles. Il primo festival Verona Èuropa, promosso da Palazzo Barbieri con l’Università e la Provincia, dal 5 al 30 maggio ha arricchito la città con conferenze, esposizioni, esibizioni artistiche, momenti di carattere letterario, incontri dedicati alle scuole, attraverso un unico fil rouge: l’Europa e i grandi temi affrontati dalle istituzioni comunitarie, ma soprattutto i temi che legano la città di Verona a Bruxelles e «che la rendono una città fortemente ed intrinsecamente europea».
Parola di Giacomo Cona, consigliere comunale con delega alle politiche europee, che per primo ha creduto fortemente al progetto. «Abbiamo deciso di non limitarci a celebrare la giornata del 9 maggio, la festa d’Europa e l’anniversario della dichiarazione Schuman», con l’ambizione di «trasformare la città di Verona in un vero e proprio palcoscenico sull’Europa». La kermesse ha portato dentro le mura scaligere giornalisti affermati, come il corrispondente da Bruxelles per Radio Radicale, David Carretta, e Luca Misculin, che da anni scrive di Europa e migrazioni su Il Post. Ma anche l’eurodeputato Paolo De Castro, la giovane scrittrice Virginia Volpi e Gianni Borsa, autore di un libro in memoria del defunto presidente del Parlamento europeo, David Sassoli.
La risposta dei veronesi è stata «ottima, soprattutto considerando che si tratta di una primissima volta». Tant’è che l’amministrazione è pronta a rendere l’iniziativa un appuntamento fisso, aperto «a tutti i partner che vorranno accompagnarci lungo il cammino». Il prossimo anno la festa dell’Europa cadrà in piena campagna elettorale, con le elezioni europee fissate per il 6-9 giugno 2024. La coincidenza potrebbe dare una spinta alla cittadinanza per superare l’affluenza registrata cinque anni fa, che si era attestata al 65,9 per cento. «Lo sforzo appassionato è quello di aumentare sensibilità e interesse» verso «un passaggio fondamentale per la vita politica di tutto il continente, oltre che ovviamente del nostro Paese e della nostra città», ha dichiarato il consigliere.
Ma la scommessa di Cona e dell’amministrazione comunale va oltre e guarda alla città di domani: costruire una Verona europea attraverso il coinvolgimento delle scuole e degli studenti. «I giovanissimi non sono solo il futuro, ma già il presente, e come tali vanno resi protagonisti fin da subito», ha concluso.