La villa romana di Valdonega è un chiaro esempio di musealizzazione di un sito archeologico e di questo deve essere dato merito alla Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza che, successivamente al suo ritrovamento avvenuto nel 1957, ha provveduto a metterla in sicurezza applicando la normativa in materia di tutela e conservazione. Da allora la villa suburbana del I secolo d.C. è coperta interamente da una struttura alla quale si accede solo da una scala posta al livello stradale.
Dal giardino si può scorgerne l’interno grazie alle ampie finestre vetrate poste sul lato lungo della villa. Una fila di faretti illumina i due ambienti mosaicati che conservano ancora una buona porzione di pareti con affreschi del terzo stile pompeiano. È interessante notare come esistesse un colonnato nella prima sala, probabilmente destinata ai banchetti, in quanto abbastanza raro nell’Italia settentrionale. Sia in questa che in quella successiva, si possono ancora intravedere figure di volatili, di piante acquatiche e di tralci, sia di vite che di quercia. Si riconoscono il merlo, la cinciallegra, il gallo, lo storno e il germano reale. Sono fotografie dell’ambiente naturalistico che circondava la villa duemila anni fa.
Non è difficile immaginare potesse avere campi coltivati con filari di viti e un boschetto di querce nelle vicinanze. Dalle mappe ottocentesche sappiamo dell’esistenza di uno stagno, poi prosciugato negli anni Sessanta del secolo scorso per esigenze urbanistiche. Non ci sono reperti, ma solo anfore provenienti da scavi condotti in vari punti della città e adagiate nel deposito ricavato accanto alle sale. Sono ulteriori elementi che raccontano la storia di una civiltà passata ma che continua a vivere attraverso la sua eredità culturale e a persone che la sanno raccontare, come l’associazione Archeonaute che gestisce il sito.
La speranza è che anche questa villa possa essere oggetto di una seria riqualificazione per aggiornarla alle moderne soluzioni tecnologiche così da renderla ancora più accessibile e inclusiva.