È di poche parole, ma a parlare è l'aria che si respira nel suo atelier. Le macchie di colore a terra, le tele appese, alcune ancora nel cellophan perché reduci da un'esposizione in qualche luogo d'Italia. Le sue giornate scorrono qui, tra una pennellata e l'altra e la compagnia dell'art director - nonché mamma nella quotidianità - Cristina Cuttica. Alice Voglino ha 28 anni, è una giovane promessa dell'arte contemporanea veronese ma in realtà dipinge da quando ha otto anni. Si è laureata all'Accademia di Belle Arti nel 2018 e un anno dopo ha deciso di aprire il suo atelier in Corso Milano, dove espone le sue tele e le sue sculture e dove si confronta con artisti da tutto il mondo. L'ultimo traguardo, il prossimo 14 ottobre, quando esporrà la sua scultura, “Girotondo”, alla Biennale di Mosaico di Ravenna.
Qual è il tuo percorso artistico?
Mi sono diplomata al liceo artistico Umberto Boccioni e poi laureata all'Accademia di Belle Arti di Verona nel 2018. L'anno seguente ho aperto questo atelier dove tuttora lavoro. Ho frequentato poi alcuni corsi all’Accademia Cignaroli e Scuola Brenzoni di pittura e scultura di Verona.
Quando hai capito che dipingere era la tua strada?
Avevo otto anni e continuavo a dipingere, soprattutto arte astratta. L'arte era il mio modo di esprimermi e ho deciso di ascoltarmi e seguire questo percorso. Il resto è venuto da sé.
E quando hai cominciato a esporre?
A 18 anni, a Innsbruck. È stato il "la" che mi ha fatto capire che quella era la mia strada e che avrei voluto fare questo nella vita. Dopo l'esperienza austriaca ho continuato a esporre in differenti gallerie e fiere d'Italia.
Nelle tue opere il colore è una costante fondamentale. Cosa rappresenta?
La mia ricerca artistica si basa proprio sul colore e sulla sua fluidità e libertà. Dietro a ogni opera c'è uno studio della forma, ma fondamentalmente con i colori cerco di rappresentare la realtà per come la percepisco. Dipingo quasi solo in acrilico, è una tecnica pittorica che sento mia e mi appartiene.
Quali sono gli artisti da cui trai ispirazione?
Sono tanti: Klimt Matisse, , Cézanne, Van Gogh, Mondrian...Sin da piccola, poi, sono rimasta affascinata da Sonia Delaunay.
Tu realizzi anche sculture. Che materiali utilizzi?
Le sculture nascono dagli scarti dei colori acrilici che uso mentre dipingo. Questi assemblaggi formano così una sorta di continuum con la mia pittura, e contribuiscono a donare movimento, velocità, fluidità e armonia al colore. È poi un modo per suggerire una nuova visione su quanto viene considerato scarto o diverso.
Quando capisci che un'opera è davvero finita?
Me ne rendo conto quando sento che il colore sta uscendo dalla tela. È una sensazione particolare, difficile da descrivere.
Passiamo ora alla Biennale di Ravenna. Qual è stato l'iter che ti ha portata fino a lì?
Mi sono iscritta al bando e sono stata selezionata a questo concorso, GAeM Giovani Artisti e Mosaico, indetto dal Museo d’Arte della Città di Ravenna nell’ambito dell’VIII Biennale di Mosaico Contemporaneo. L'opera "Girotondo" si trova nella sezione di concorso dedicata alle opere realizzate con materiali e tecniche non convenzionali, essendo anch'essa realizzata con l'assemblaggio di residui di colore acrilico. La scultura contiene anche residui di colori fluorescenti e fosforescenti che cambiano aspetto alla luce blu o al buio per invitare le persone a mettersi in relazione con quanto le circonda anche se non immediatamente visibile o rilevante. Con i miei lavori cerco di presentare la poliedrica complessità della realtà spesso ridotta dalla visione comune a singoli e isolati aspetti del tutto, scollegati, lontani dal significato dell’esistenza.
I nomi delle tue esposizioni sono molto evocativi: "Cosa non vedi di me", "Abbi cura di te"...Li scegli tu?
Sì, nascono in divenire con la realizzazione delle opere. Di solito penso ad alcune frasi o espressioni per me significative ed evocative, e poi cerco di smussarle finché non ottengo un nome che suggerisca esattamente quello che voglio esprimere con le mie opere.
Ci sono macchie a terra nel tuo atelier: dipingi sul pavimento?
Sì, stendo le tele sul pavimento e lavoro qui, è più facile soprattutto quando si lavora con tele di grandi dimensioni potersi districare da un lato all'altro. Ho sempre lavorato così.
Hai collaborato anche con grandi aziende, giusto?
Sì, nel 2014 la Fondazione Masi di Verona ha scelto un mio quadro da cui è stato realizzato un arazzo da La fabbrica lenta di Bonotto Spa. Nico Lazaridi Winery, un'azienda vitivinicola greca, nel 2017 ha utilizzato due mie opere per riprodurle sulle etichette di vino. Due mie opere sono poi presenti nell'azienda Tita Italian Wine, nella sede di Miami. Nel 2018 ho preso parte anche all'evento Exhibition1.0, creato per il premio Terziario Donna di Confcommercio Terziario Donna Verona.
Infine, una domanda d'obbligo anche all'art director, Cristina Cuttica. Nella vita sei la mamma di Alice, è stata lei ad avvicinarti al mondo dell'arte?
Cristina: Sicuramente è stata il tramite, ma l'arte è un mondo che amo e mi affascina da sempre. Mi ha permesso di creare reti che mai avrei pensato di creare, di conoscere persone nuove e artisti straordinari, nonché di vivere esperienze fuori dal comune. Quando ho capito che l'arte era il modo che Alice aveva per esprimersi e farsi capire dal mondo, non ho esitato e ho incoraggiato questo percorso, e mi ci sono tuffata con lei.
L’opera Girotondo
(2021 - residui di colore acrilico su base legno- dimensione cm 37x33 x h cm 32) L'opera sarà esposta nell’ambito della Biennale di Mosaico Contemporaneo dal 14 ottobre 2023 al 14 gennaio 2024 a Ravenna presso la Biblioteca Classense e nella primavera/estate 2024 presso gli spazi della Fondazione Cingoli a Roseto degli Abruzzi (TE).