Community | 18 ottobre 2023, 17:25

Si può pensare a un mandato in vista della propria futura incapacità?

Si può pensare a un mandato in vista della propria futura incapacità?

Nel periodo post-Covid, dove la fragilità della vita è stata chiaramente evidente, emerge la necessità di sviluppare strumenti giuridici adeguati per consentire a un individuo di delegare a un'altra persona la gestione delle proprie attività in caso di incapacità. Uno di questi strumenti, noto come "mandato in vista di futura incapacità," è ammesso in altri paesi confinanti con l'Italia ma non è attualmente previsto nel nostro ordinamento legale. Spesso, nei consultori notarili, le persone preoccupate per la possibile degenerazione della loro salute si domandano cosa possano fare oggi affinché, in caso di futura incapacità, qualcuno di loro fiducia possa amministrare il loro patrimonio, indipendentemente dalla sua entità.

Attualmente, in Italia, esistono diverse forme di protezione per le persone incapaci, in base alla gravità della loro condizione. La forma più invasiva è la tutela, in cui un tutore rappresenta e amministra completamente il patrimonio di un individuo incapace, previa autorizzazione del Giudice tutelare. In alternativa, c'è la curatela, in cui l'incapace è coinvolto solo in parte nella gestione dei beni. Infine, vi è l'amministrazione di sostegno, una forma più diffusa, in cui gli amministratori di sostegno acquisiscono poteri in base al grado di incapacità, temporanea o permanente, dell'individuo.

Tuttavia, l'intero sistema di protezione delle persone incapaci richiede una revisione e una riforma. Le procedure dovrebbero essere semplificate e adattate alle esigenze odierne.

Si pone quindi la domanda se una persona oggi capace di prendere decisioni consapevoli possa, tramite un atto notarile denominato "mandato in vista di futura incapacità," nominare una persona fidata e fornire istruzioni precise sulla gestione dei beni e sulle questioni personali per il caso in cui diventi incapace in futuro. La persona in questione può stabilire le regole di comportamento per il suo mandatario in modo analogo a come farebbe un giudice se fosse chiamato a decidere quando l'individuo è incapace?

Ci sono ostacoli a questa possibilità. Uno di essi è il fatto che una volta diventato incapace, il mandato non può essere revocato, e il mandatario non può essere sostituito se la fiducia in lui viene meno. Mentre il mandante è in grado di intendere e volere, la revoca del mandato e la sostituzione del mandatario sono sempre possibili; ma dopo la perdita di capacità, non lo sono più.

Un possibile rimedio potrebbe consistere nella nomina di più mandatari, richiedendo l'accordo di tutti per determinati atti o questioni. Tuttavia, ciò può complicare la presa di decisioni, dato che l'accordo tra tutti i delegati potrebbe non essere sempre raggiungibile. Un'alternativa sarebbe prevedere una forma di "vigilanza" o "controllo" da parte di un terzo soggetto sull'operato del mandatario per le decisioni più importanti.

La questione è delicata, poiché deve bilanciare la protezione dell'individuo incapace con la necessità di decisioni tempestive ed efficienti. La nuova normativa dovrebbe anche consentire ai mandatari di avvalersi di consulenti esperti per la gestione del patrimonio dell'incapace, che spesso include strumenti finanziari complessi che richiedono competenze specifiche.