Con un totale di oltre 100 gol segnati, di cui quattro nell'ultima stagione, Lorenzo Zerbato, soprannominato "il Bomber," è il capitano del Caldiero. Nato a Verona nel 1991, è una figura di spicco nel mondo del calcio e, insieme alla sua squadra, sogna di raggiungere la Serie C.
Quando nasce la tua passione per il calcio?
La mia passione per il calcio è nata quando avevo solo quattro anni, grazie ai miei genitori che mi hanno portato sul campo. In particolare, mio padre era il presidente del Castelnuovo Calcio all'epoca, il che ha contribuito in modo significativo a far crescere la mia passione sin dai primi passi in questo mondo.
Quando è iniziata la tua carriera da calciatore?
La mia carriera ha avuto inizio quando avevo 18 anni, nel campionato d'Eccellenza, giocando per il Castelnuovo del Garda. In quella stagione abbiamo ottenuto un prestigioso secondo posto, con il Legnago come squadra vincitrice. L'anno successivo, il Legnago mi ha offerto l'opportunità di unirmi a loro nel campionato di Serie D e ho accettato con entusiasmo. Nell'estate del 2017 sono entrato nel Caldiero e dopo un paio d'anni ne sono diventato il capitano.
Siete quasi a metà stagione, si può sognare la serie C?
Nel corso degli anni, la nostra crescita è stata notevole, specialmente a livello organizzativo, con l'aggiunta di dettagli importanti che ci hanno permesso di fare la differenza. Il nostro gruppo è cresciuto considerevolmente, anche se alcuni dei ragazzi a cui ero particolarmente legato sono passati ad altre squadre. Questi compagni ci hanno aiutato a costruire un gruppo solido, poiché a Caldiero, sappiamo che il senso di squadra è fondamentale. Ogni anno dobbiamo affrontare squadre di grande importanza. Quest'anno, ad esempio, giocheremo con il Piacenza. Ci scontriamo con realtà storiche, ma siamo pronti per la sfida. Tuttavia, ci sono molti fattori in gioco e va detto che per ogni girone di Serie D c'è solo una squadra che sale direttamente di categoria. Quindi, su venti squadre, dobbiamo fare un campionato quasi perfetto. Manteniamo i piedi per terra, consapevoli che il campionato è ancora lungo, ma credo che potremmo rimanere fino alla fine almeno nella zona playoff.
Senti di aver realizzato tutti gli obiettivi che ti eri prefissato?
Mancherebbe ancora una cosa per dirmi completamente soddisfatto. Il mio sogno sarebbe vincere un campionato con il Caldiero. Nel corso degli anni ho ricevuto diverse offerte per giocare in categorie superiori, ma a causa dei miei impegni lavorativi, non ho mai accettato. In passato ho fatto una scelta lavorativa importante, ovvero di avviare un'impresa di articoli sportivi che tutt'ora porto avanti assieme al mio socio Luca. Questo mi consente di fare, a livello di impegno, al massimo una serie D. Mi sono ripromesso però che, se mai un giorno il Caldiero dovesse raggiungere la Serie C, sarei disposto a fare questo passo. Sono convinto che la vita offra opportunità da cogliere appieno e, in questo caso, sarei entusiasta di farlo.
Nel tuo futuro vedi ancora il campo da calcio o la panchina da allenatore?
Il mio futuro nel calcio dipenderà molto dalla mia condizione fisica e da quanto riuscirò a mantenere la mia carriera attiva. Desidero continuare a giocare il più a lungo possibile. In qualche veste all'interno del mondo del calcio, che sia come presidente, direttore o allenatore, sono determinato a proseguire. Ritengo che abbandonare del tutto per me sia impossibile.
Che consiglio ti senti di dare ai tuoi compagni più giovani?
L'insegnamento che desidero condividere è molto semplice, ed è una cosa che ripeto spesso ai ragazzi, soprattutto quando li vedo demoralizzati perché non stanno ottenendo i risultati sperati. Quello che ho imparato in questi quindici anni di esperienza è che, anche se attraversiamo periodi in cui sembra che nulla ci riesca bene, con dedizione e sforzo costante alla fine i risultati positivi arrivano sempre. L'impegno porta sempre risultati.