Un 2023 che si chiude meglio di quanto previsto quello di Confagricoltura Verona, sindacato di agricoltori che conta circa 2000 imprese associate nel territorio provinciale, alle quali fornisce consulenza in materia fiscale, normativa e di contabilità. Dopo una primavera segnata dalla siccità, l’andamento climatico più favorevole ha permesso una corretta gestione delle colture; la produzione vegetale si è attestata in linea con le aspettative in termini di quantità, seppur con grandi variabilità a livello di prezzi. I mesi estivi, come purtroppo accade già da alcuni anni, sono stati teatro di calamità naturali quali trombe d'aria, venti forti, grandinate e alluvioni, provocando danni sparsi sul territorio veronese.
«Anche per questo ci auguriamo che nel 2024 il decorso climatico sia più regolare - esordisce Alberto De Togni, presidente di Confagricoltura Verona - permettendoci di svolgere le normali attività, gestendo le colture con maggiore tranquillità. La gestione dei rischi è un tema caldo per il nostro settore: le risorse messe a disposizione dal governo sono sempre più esigue, tant'è che ad oggi i nostri consorzi di difesa stanno ancora aspettando una parte consistente dei contributi relativi al 2022. Inoltre, con l'aumento delle avversità atmosferiche e il conseguente aumento delle liquidazioni dei danni, le compagnie di assicurazione tendono ad aumentare i premi assicurativi e nel contempo a contingentare le produzioni assicurate».
Restano poi aperte grandi variabili: l’andamento dei conflitti in corso tende a portare situazioni anomale sui mercati, sia per quanto riguarda l’andamento dei prezzi dei prodotti sia per gli acquisti necessari alla produzione, come prodotti chimici quali fertilizzanti o agrofarmaci. «Ci auguriamo di poter tornare a lavorare riuscendo a fare previsioni sul lungo termine, cosa che oggi ci risulta difficile» commenta De Togni.
Tra i nodi aperti anche il bisogno e la ricerca di manodopera, che arriva nelle aziende agricole del Paese sempre troppo tardi. «Abbiamo bisogno di manodopera in campagna, e non sulla carta, in anticipo sull’inizio della primavera, tra febbraio e marzo. Oltre ad essere manodopera regolare in tutti i permessi e nella contrattualistica, le nostre aziende hanno bisogno di operatori con un minimo di formazione al lavoro: non possiamo permetterci una raccolta sbagliata, pena il danneggiamento dei frutti».
La speranza, per il 2024, è anche nel calo dei tassi di interesse. L'aumento del costo del denaro ci sta mettendo in difficoltà: avere liquidità è sempre più difficile e sempre più caro. Tutti gli investimenti necessari all’ammodernamento degli impianti per le aziende agricole stanno diventano particolarmente onerosi e iniziano ad essere messi in discussione» conclude De Togni.
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