Cultura e spettacoli | 28 maggio 2024, 17:06

Cosa è restato degli anni '80. Stagione 1 - Episodio 14: Tutto in uno smartphone

Cosa è restato degli anni '80. Stagione 1 - Episodio 14: Tutto in uno smartphone

Oggi abbiamo un inseparabile compagno che non ci lascia mai…finché non si scarica la batteria!

Negli anni ‘80, ogni semplicissima funzione che ripetiamo decine (centinaia) di volte sfiorando lo schermo del nostro telefonino, necessitava del suo oggetto dedicato. Ahhh, quanti ricordi…

Il telefono - Ritardavi la sera e volevi avvisare mamma cosicché non si preoccupasse (e non impiattasse la pastasciutta, che neanche esisteva il microonde e per scaldarla)? Ti fermavi alla cabina telefonica e le telefonavi inserendo il tuo bel “gettone” e, sul finire del decennio, le Lire o utilizzando le Schede Telefoniche. Le cabine erano sparse un po’ ovunque sul territorio, ma quelle fuori città erano poche, ben nascoste e spesso lasciate all’incuria: dopo aver perso mezz’ora a girare a caso (niente navigatore, ricordiamoci!) ne trovavi finalmente una e, quando entravi, t’accorgevi che la cornetta era stata strappata. Alla fine, arrivavi a casa ancora più in ritardo e la mamma ti aspettava sulla porta decisamente alterata.

La rubrica - O avevi “l’agendina” in cui avevi riportato manualmente tutti i numeri dei tuoi amici o dovevi cercare un bar che avesse, oltre al telefono pubblico, anche le Pagine Bianche/Gialle, in cui erano riportati tutti i numeri dei telefoni fissi della tua provincia! Nel caso avessi avuto bisogno di cercare un numero fuori Verona, la lista dei posti con tutte le pagine Bianche d’Italia si riduceva drasticamente. Ricordo un fornitissimo Palazzo della SIP (prima della Telecom) in via Leoncino, a due passi dall’Arena, con tanto di una dozzina di telefoni pubblici.

I messaggi - Carta, penna e calamaio (in realtà usavo le Bic!) e scrivevi le tue belle parole d’amore che arrivavano alla destinataria dai 3 ai 5 giorni dopo. Quando andava bene, ricevevi la risposta dopo altri cinque giorni. Oggi se “visualizza” e non risponde dopo tre secondi, vai già nel panico e ti sale l’ansia! Per fare una cosa elegante, prendevi la “macchina da scrivere” (come la mia OLIVETTI CLASS del 1989) e, con il dito indice, una lettera alla volta perché non avevi studiato da “dattilografo”, scrivevi il testo: ma, una volta su carta, non potevi modificare nulle e spesso andava a finire che appallottolavi il foglio e lo lanciavi nel cestino per riscrivere tutto da capo!

Alla prossima, sulle note di Typewriter Song

Fabio Fabbrizi