Nella serata del 19 gennaio scorso, nella Sala dei Centomila a Velo, lo studioso Nicola Patria e la Scuola Campanaria di Verona sono riusciti a ricostruire il suono del "Campanone dei Cimbri’’ riportando in vita, dopo 200 anni, la voce unica delle antiche campane “a cuffia” del campanile di Velo.
La peculiarità delle campane di Velo sta nella presenza di un allargamento della calotta che, in passato, si riteneva dovesse conferire un suono più solenne al bronzo. La storia ci racconta che nel 1924 si tenne una gara di abilità tra società campanarie per celebrare la bellezza e l'armoniosità di questo unicum. L’intelaiatura lignea di sostegno dei bronzi venne sostituita, nel frattempo, con una in metallo. La vita delle campane e dei campanari di Velo si concluse nell'ultimo quarto del XX secolo con l’intervento di elettrificazione della struttura.
«Lo studio della Scuola Campanaria - ha affermato il consigliere Riccardo Tezza - non si ferma alla ricerca storica di questa scoperta, ma si pone l'obiettivo di proporre alla comunità del paese, che il sistema elettrificato esistente può essere modificato con una nuova tecnologia che permetterebbe di passare dal sistema attuale totalmente automatico a uno misto, in modo da poter tornare a suonare con le mani questi capolavori ricchi di storia».