Storie di persone | 04 luglio 2024, 17:17

Una famiglia “come tante”

Una famiglia “come tante”

Uno virgola due. È la media italiana aggiornata al 2024 di figli per donna secondo l’Istat. In direzione ostinata e contraria, Giorgia Mosca e Mirko Montagna hanno costruito a Verona una famiglia XXL: numerosa, allegra e colorata, a tratti un po’ caotica ma piena di vitalità e buoni esempi in un mondo pigro e poco paziente. Nove zainetti, nove piatti in tavola e nove baci della buona notte, è l’avventura quotidiana di “undici sotto un tetto” perché l’amore non si divide, ma si moltiplica. Giorgia Mosca, 37 anni, veronese, sui social è “6 volte mamma”, anche se di figli ne ha nove insieme a suo marito Mirko, conosciuto sui banchi di scuola: Giulia 18 anni, Mattia 15, Gloria 11, poi Greta di 6 anni, Giada 8 e Gioia 5, Marco 3 e mezzo, 2 anni Matteo e la piccola Ginevra di 5 mesi.

Tramite post, reel e storie, Giorgia racconta sui social la sua vita quotidiana senza filtri da donna, moglie e mamma in una famiglia che lei definisce “come tante”.

Come vi siete tu e Mirko, tuo marito?

Io e Mirko ci siamo conosciuti quando eravamo entrambi studenti all’ITIS Guglielmo Marconi di Verona; eravamo rappresentanti di classe di due sezioni diverse e fin da subito c’è stata una simpatia speciale. Poi abbiamo entrambi cambiato scuola ma ci siamo subito ritrovati e da allora siamo insieme. Oggi sono 18 anni di matrimonio.

Quando sono nati i vostri i figli?

Era il 2006 quando sono rimasta incinta di Giulia, la nostra prima figlia. Ero giovanissima, avevo 18 anni, e quella non è stata una gravidanza programmata. Ho sempre sognato di essere una giovane mamma ma in quel momento ero ancora una studentessa ed è stato totalmente inaspettato. Quando ho detto a Mirko che aspettavamo un bambino è rimasto di sasso, ricordo che ha fatto scena muta per qualche giorno e poi ha cominciato a metabolizzare. Lo scoglio più grande però era dirlo ai nostri genitori: all’inizio, sono sincera, non l’hanno presa bene. Ora che sono mamma capisco il loro punto di vista, la preoccupazione di vederci genitori così presto con una vita intera ancora davanti e con tante incertezze, anche lavorative, per il futuro. Ma dopo questo sconquasso iniziale ci sono stati sempre vicino e sono fondamentali ancora oggi. Giulia è nata durante l’anno scolastico ed è stato impegnativo terminare gli studi con una bambina così piccola, è stata una vera avventura ma non avevo idea che ne avrei vissute altre otto di storie incredibili di maternità come quella. Allattavo tra un compito e l’altro, mi portavano il passeggino in classe a ricreazione e poi quando suonava la campanella tornavo studentessa e proseguivo con la lezione. Dopo due anni circa dalla fine della scuola abbiamo iniziato a cercare il secondo figlio…da lì parte una lunga storia fino a nove! (sorride, ndr).

Come hai iniziato a fare la mamma influencer?

Ero ricoverata in ospedale e stavo aspettando la sesta figlia, Gioia, ma c’erano delle piccole complicazioni (poi per fortuna felicemente risolte) e mi sono trovata per qualche giorno nel letto d’ospedale senza nulla da fare. Mentre mi annoiavo, per passare il tempo, ho iniziato a frequentare più assiduamente i social e a sbirciare i profili di giovani mamme come me. Più passavo da una famiglia all’altra, più guardavo foto e video, più cresceva il fastidio perché percepivo la finzione, la falsità della loro vita perfettamente ordinata e organizzata. Come tanti di noi fanno, ho iniziato a paragonarmi a quello che vedevo sui social, a confrontare il mio essere mamma con quei racconti e mi sono sentita sbagliata. Una sensazione, una percezione di me stessa poco felice che appesantiva un momento già complesso della mia vita perché ero appena uscita da una profonda depressione in seguito alla gravidanza precedente (la quinta, Greta). Non volevo più sentirmi così e mi sembrava assurdo, a tratti anche ridicolo, che tante mamme come me potessero sentirsi in difetto; allora, come reazione a quei filtri, ho deciso di aprire un profilo tutto mio e chiamarlo “6 volte mamma” - perché all’epoca avevo sei figli - e raccontare tutta la nostra vita, sclerate comprese.

Il tuo profilo oggi conta più di 200mila followers, ti aspettavi di avere tutto questo successo?

Le persone hanno cominciato a seguirmi fin da subito, in pochi mesi avevo già dei bei numeri e non me lo aspettavo perché è iniziato tutto come tentativo di rivalsa personale, come modo giocoso per esprimere il mio punto di vista: non ho mai pianificato, programmato o concepito quello sui social come un lavoro prima di aprire il profilo; ancora oggi mi fa sorridere quando mi dicono che sono una “mamma influencer”. Credo che il segreto sia semplicemente la sincerità, essere vera, mostrare la nostra vita quotidiana senza censurare il disordine, i litigi, i problemi e raccontarli tanto quanto i momenti felici e di festa. Siamo una famiglia che sbaglia ma che rimane unita, nonostante tutto. Una famiglia come tante, insomma, in cui potersi riconoscere.

Ti penti mai della tua scelta social? In fin dei conti, mostrare senza filtri la propria famiglia significa esporla anche alle critiche.

In passato mi sono pentita tante volte, ma oggi ho imparato a fare i conti con le critiche e, soprattutto, do il giusto peso all’esperienza sui social. Stavo malissimo quando insultavano i miei bambini o nei commenti qualcuno scriveva che facevo figli solo per alimentare il mio profilo: quella è stata l’offesa più grande ed è difficile dimenticarlo. Ma poi ho capito che potevo fare anche del bene raggiungendo tante donne e tante famiglie, facendo loro compagnia e mostrando che non sono sbagliate: siamo mamme che crescono insieme ai bambini, anche noi dobbiamo imparare. In termini di vicinanza e affetto, il periodo della pandemia è stato quello più emotivamente stimolante perché abbiamo ricevuto tante lettere, commenti positivi e ringraziamenti da persone che si sentivano sole o lontane per le quali eravamo di compagnia con la nostra spensieratezza e una sana dose di caos. Ad oggi, a partire dall’ultima gravidanza, posto molto meno perché ho voluto viverla più intimamente e confezionare contenuti sempre nuovi sta diventando impegnativo con la famiglia che continua a crescere.

Per raccontare la vostra e la tua vita hai scritto anche un libro: “6 volte mamma + 2. Notti in bianco, sclerate e tanto amore: la nostra vita senza filtri”. Come ti è venuta l’idea e cosa trova chi legge?

L’idea del libro non è mia, nasce dai social quando diverse persone hanno iniziato a suggerirmi di raccontare la nostra esperienza in un libro. Ci ho riflettuto e mi è sembrata una buona idea, così ho deciso di cimentarmi in questo percorso di scrittura promettendo a me stessa di essere umile: nelle pagine non c’è nessuna pretesa di insegnamento, nessun consiglio o ricetta su come essere il genitore perfetto. C’è la storia della mia famiglia a partire da me stessa. È stata un’occasione per conoscermi e per confessare tante insicurezze e timori: sembro una donna forte, ma nascondo tante fragilità dietro una corazza che mi sono dovuta costruire negli anni. Con questo libro, invece, mi sono messa a nudo e l’ho pensato anche per i miei figli, per lasciare loro una sorta di diario familiare che potranno leggere da grandi. È il mio regalo per il loro futuro.

Come sei come mamma? Che posto ha la femminilità nella tua vita?

Sono una mamma “carabiniere” (ride, ndr). Penso di essere severa nella giusta misura perché sono convinta che seguire le regole sia fondamentale nella vita, soprattutto in una famiglia numerosa dove essere accondiscendenti sarebbe dannoso e caotico. Dall’altra parte, come giovane mamma, mi sento molto aperta e comprensiva, parliamo tanto e non ci sono argomenti tabù: i miei figli si confidano e sanno sempre che a casa nostra si può discutere liberamente di ogni argomento. Prima di essere mamma, però, mi sento una donna e in nove gravidanze mi sono sempre ripromessa di essere in ordine: mi voglio vedere bella, voglio sentirmi bene con il mio corpo curando i capelli, le unghie e il trucco. Lo faccio per me, per la mia parte femminile a cui tengo e non voglio metterla in ombra rispetto alla maternità. Sono sempre riuscita a ritagliare del tempo per me stessa, per una manicure o per una piega dal parrucchiere: se ci riesco io con nove figli possono farlo tutte, bastano buona volontà e organizzazione.

Che consigli daresti a chi vuole diventare genitore o a chi lo è da poco?

Viversi il momento, perché è l’esperienza più estrema della vita, dà profonde paure e infinite gioie. Bisogna fare un passo alla volta e lasciarsi guidare dall’istinto senza paragonarsi agli altri, senza sentirsi in difetto perché non esiste il genitore perfetto. Il mio bambino è solo mio e non ce n’è un altro uguale al mondo: noi formiamo una coppia indelebile e profonda, dobbiamo solo imparare a conoscerci e amarci. Abbiamo tutta la vita davanti. 

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Erika Funari