Community | 05 luglio 2024, 16:54

Il peso dell’elezione europea

Il peso dell’elezione europea

Fra il 16 e il 19 luglio si tiene a Strasburgo la sessione plenaria costitutiva del Parlamento europeo. I candidati che dal 6 al 9 giugno abbiamo votato nei ventisette stati dell’Unione Europea diventeranno a tutti gli effetti i nostri rappresentanti per i prossimi cinque anni.

Il voto europeo, d’altro canto, ha un peso importante anche nella politica interna: basti pensare a Macron e alle legislative nazionali indette in tempo zero. In effetti, l’elezione europea è un modo per partiti ed esponenti politici di “pesarsi”, nei confronti degli avversari, ma forse ancor di più degli alleati.

In Italia questo è ancora più evidente. Considerando che il voto per il parlamento del Belpaese si esprime attualmente con liste bloccate, le europee, insieme alle regionali, sono le uniche elezioni di ampie dimensioni in cui il cittadino è chiamato a scrivere sulla scheda una preferenza. Sono pochi, sul totale, quelli che lo fanno, ma è l’unico strumento per valutare la forza di un esponente politico sul territorio.

In questo modo le elezioni europee assumono valori anche locali. In Veneto e a Verona sono infatti già aperte le corse per la guida della Regione (2025) e per Palazzo Barbieri (2027). Orizzonti non così lontani, che i partiti vogliono preparare in anticipo. Ha senso allora vedere quale è stato l’impatto dei partiti e dei principali candidati, soprattutto all’interno del centrodestra, il campo maggioritario, ma anche con le evoluzioni interne più interessanti.

Fratelli d’Italia supera il dato nazionale (28,76%) nella circoscrizione Nord-Est (31,82%) e ancor di più in Veneto (37,58%), mettendo le basi per rivendicare il dopo-Zaia. Qui però non si consuma il sorpasso di Forza Italia sulla Lega visto a livello nazionale (9,59% contro 8,98%): il partito guidato oggi da Flavio Tosi in Veneto rimane all’8,58%, ma la Lega – seppure in calo rispetto al passato – arriva al 13,15%. Difficile per Tosi guidare una coalizione per le Regionali con questi numeri, ma la situazione si ribalta nel comune di Verona (che forse è il vero obiettivo dell’ex sindaco). Due anni fa la spaccatura del centrodestra fu uno dei fattori per la vittoria di Damiano Tommasi e in vista 2027 il centrodestra sta già scaldando i motori. In città Forza Italia prende l’11,22% contro il 7,84% della Lega. Tosi (34.450 preferenze nel Nord-Est) traina il voto, con 6.122 preferenze a Verona su 11.617 voti al partito. L’altro campione locale di preferenze, Daniele Polato (31.535 nel Nord-Est) di Fratelli d’Italia, in città ne ha conquistate 5.727 su 31.934 voti al partito (per lui oltre 19mila nella provincia). L’europarlamentare uscente Paolo Borchia invece assume un profilo che va oltre la terra scaligera: delle sue 23.560 preferenze, “solo” 11.766 arrivano dalla provincia di Verona, di cui appena 1.518 dal capoluogo.

È giusto trattare le elezioni europee come una “bilancia” per quelle future locali? Lo decide l’elettore, allo stesso modo delle candidature per “tirare voti” dei leader nazionali che poi rinunciano al seggio. E valuta l’elettore l’opportunità delle candidature multiple, come quella del discusso generale Roberto Vannacci con la Lega, che ha lasciato in bilico la rielezione di Borchia fino all’ultimo minuto. A proposito di nomi nazionali, l’elezione di Mimmo Lucano (Alleanza Verdi Sinistra) in un’altra circoscrizione, ha liberato il posto per la consigliera regionale Cristina Guarda, vicentina, ma molto supportata nel Veronese.

Mancava un candidato scaligero forte del Partito Democratico, ma d’altra parte le dimensioni delle circoscrizioni rendono meccanismi e accordi molto complicati. In realtà, però, sarà proprio il PD, insieme a Forza Italia, a contare di più al Parlamento Europeo: sono questi i due partiti italiani nella “maggioranza Ursula”.

Infine, una nota. In questa parziale analisi del voto manca il tema dell’astensionismo. Chi non esprime il voto pur avendone possibilità – qualsiasi siano i motivi – si condanna da solo a non avere voce. Peccato. Pur con tutti i suoi difetti, la democrazia quella voce la garantisce sempre.

Alessandro Bonfante