Storie del territorio | 24 luglio 2024, 17:45

Il brontosauro dell'era moderna ama fare filò

Foto di Alejandra Amortegui

Foto di Alejandra Amortegui

“Per il lavoro culturale, ormai ultradecennale, dalla parte delle bambine e dei bambini”. Sono queste le prime parole che si leggono nella motivazione che assegna il Premio Gianna e Roberto Denti 2024, premio letterario promosso dall’Associazione Italiana Editori e dalla rivista Andersen, per la miglior libreria per bambini e ragazzi, alla Libreria Farfilò, da dodici anni punto di riferimento per piccoli lettori e lettrici in riva all’Adige, nel quartiere san Zeno. Un luogo piccino, due stanze collegate da un armadio e ricolme di libri, giochi e piccoli oggetti selezionati con cura, che Lucia Cipriani ha aperto dopo averlo cullato a lungo nella mente, per quella paura che si ha nel realizzare i desideri legati alle proprie passioni, spesso caricati di un senso di aspettativa altissimo che non ci fa mai sentire all'altezza.

Fatica ancora oggi a definirsi libraia, Lucia Cipriani, a lungo bibliotecaria e nel coordinamento regionale di Nati per Leggere (programma nazionale di promozione della lettura, ndr), che preferisce parlare di Farfilò come di una bottega, perché «è territorio, è riconoscersi, è vicinato; è un brontosauro che si muove nell'era contemporanea. Credo però che i dinosauri non si siano mai estinti, ma che possano coesistere con un fluire molto più rapido. La motivazione del premio, assolutamente inaspettato, risponde appieno al lavoro che da tanto porto avanti oggi insieme a Silvia Mengali; ci ha fatto sentire meno sole in questa militanza dalla parte dei più piccoli».

Nel microcosmo Farfilò a dettare legge è l’infanzia, un momento potentissimo in cui la creatività è libera e durante la quale i bambini e le bambine hanno il diritto di esplorare, di conoscere e di avere il più possibile gli scenari aperti alla loro lettura di cos'è il mondo. «A noi adulti - prosegue Lucia Cipriani - spetta il dovere di agevolare questa lettura del mondo che loro stanno facendo, senza imporre la nostra per insegnare o educare». Se è bene leggere alle bambine e ai bambini quando arrivano nel mondo, ancora più importate è leggere loro libri buoni. «Ai bambini non servono molti libri o molti giochi - prosegue Lucia -, ma cose adatte a loro e pensate per loro. Mi piace, quando parlo dell'infanzia, usare il plurale “le infanzie”, perché ogni bambino è differente: un libro buonissimo non lo è per tutti e serve, da parte di chi si prende cura dei più piccoli, mettersi in ascolto. Se avessimo una clientela 0-3 anni ci salveremo da tantissimi libri medio brutti, perché i bambini hanno una curiosità e un'apertura differente da quella di noi adulti».

Proseguendo nella motivazione, si legge che a Farfilò è stato riconosciuto il merito di essere diventato un importante spazio di riferimento per il territorio “a proposito della riflessione sulla cura dell’infanzia e sulla cultura per l’infanzia, non solo in fatto di libri ma anche di altre occasioni educative e ludiche; pure attraverso le iniziative per adulti, volte a vivificare e trasporre nella nostra contemporaneità il valore di comunità di “farfilò” ovvero raccogliersi intorno al racconto prendendosi un tempo insieme”. «Il filò che portiamo nel nome - conclude Lucia - è accaduto, ha creato comunità. Sono tanti i brontosauri che hanno bisogno di incontrarsi e di parlare. Era il ‘72 quando Gianna Vitali e Roberto Denti fondarono la prima libreria dedicata alle infanzie; oggi abbiamo la stessa urgenza nel portare avanti questa militanza dalla parte dei bambini e delle bambine, a favore di un’infanzia Vera, lontano dalle logiche commerciali, omologate, facili».

Camilla Faccini