Cultura e spettacoli | 06 agosto 2024, 11:12

Carlo Magno e Carlo il Giovane, un nuovo studio Univr svela nuovi scenari della storia

L'articolo di Marco Stoffella, del dipartimento di Culture e civiltà Univr, pubblicato su "Studi medievali", rivisita criticamente la nascita di Carlomanno e Carlo il Giovane, portando a nuove interpretazioni storiche e smontando miti legati a Carlo Magno. La ricerca valorizza fonti precedentemente ignorate e propone un rovesciamento del tradizionale scenario storico.

Carlo Magno e Carlo il Giovane, un nuovo studio Univr svela nuovi scenari della storia

Quando è nato Carlomanno, re dei Franchi? Quando è nato Carlo il Giovane, figlio di Carlo Magno? Sono queste le domande al centro di un importante articolo a firma di Marco Stoffella del dipartimento di Culture e civiltà Univr e pubblicato nel numero di giugno della rivista scientifica “Studi medievali” (terza serie, anno LXV, Fasc. I – Giugno 2024).


Lo studio è stato condotto in collaborazione con la Eberhard Karls Universistät Tübingen, Center for Advanced Studies 2496 “Migration and Mobility in Late Antiquity and in the Early Middle Ages”, e si è articolato in una rilettura e rivisitazione sistematica e critica della letteratura sull’argomento con ricerca su fonti già edite e solo in minima parte inedite, o edite parzialmente e/o in forma lacunosa. A ciò è seguito un attento pensiero critico che ha portato a un vero e proprio rovesciamento dello scenario tradizionale. È stata inoltre valorizzata una serie di fonti e di notizie che fino ad ora sono state scartate, in quanto non allineate con la fonte utilizzata più di frequente dagli storici per costruire le vicende tradizionali di Carlo Magno, vale a dire la Vita Karoli di Eginardo, che è stata a lungo erroneamente interpretata come una biografia dell’imperatore.

La ricerca ha sviluppato alcuni filoni già affrontati nel 2019 e ha decostruito alcuni miti fondativi della storia nazionale ed europea, tra cui quello del matrimonio di Carlo con una principessa longobarda ripudiata dopo un anno e reso famoso in Italia da Alessandro Manzoni con il nome fittizio e fantasioso di Ermengarda.

«È stato possibile affermare che Carlomanno ebbe un rapporto privilegiato con papa Stefano III e la tutela su Roma finché rimase in vita – commenta Stoffella –; che alla sua morte il 4 dicembre 771 fu seppellito in un sarcofago antico nella basilica di S. Remigio a Reims, inaugurando una tradizione proseguita da Carlo Magno e Ludovico il Pio; che è vissuto prevalentemente nel palazzo di Samoussy, tra Laon e Reims, dove nel 767 probabilmente si tenne un concilio con delegati bizantini e romani per discutere di questioni teologiche e un’ipotesi di matrimonio tra imperatori bizantini e re franchi. Incoronato re dei Franchi come il padre Pipino III a Soissons nel 768, nell’estate del 770 sposò Gerberga, la figlia di re Desiderio, mentre nello stesso periodo Carlo sposò Ildegarda, nobile alamanna. Il figlio di Carlomanno e Gerberga, Pipino, venne battezzato da papa Stefano III nell’estate del 771».

Numerosi elementi portano a pensare che Carlomanno sia stato il più anziano tra i due fratelli e non il contrario, cosa che si è sempre creduta. Nell’estate del 771 Carlo nominò suo figlio Carlo, anch’egli nato da poco, a capo del ducato di Le Mans prefigurandone così un destino regio.

«La politica di promozione della prole, legata soprattutto al futuro del regno dei Franchi, innalzò lo scontro politico fino alla morte (forse violenta) di Carlomanno – spiega Stoffella – La vedova si rifugiò a Pavia da suo padre Desiderio, il quale cercò senza successo di far incoronare a re dei Franchi i figli di Carlomanno da papa Adriano I. Nel 773 Carlo cinse d’assedio Pavia e si fece consegnare i nipoti a Verona, difesa da Adelchi. Fin dalla Pasqua del 774 Adriano I pianificò l’attività di propaganda tramite la sostituzione del ricordo di Carlomanno con Carlo. Il primo passo fu l’invenzione dell’appellativo “Magnus” per Carlo; da lì in avanti il nuovo “Carolomagno” sostituì il ricordo di Carlomanno, ma altre aggiunte e ritocchi furono introdotti nelle narrazioni principali per costruire una versione differente del passato e per giustificare il futuro prossimo di governo».

La ricerca può ancora apportare diverse novità nel modo in cui la politica degli anni di costruzione dell’Europa di Carlo Magno può e deve essere raccontata.