“Or dimmi il tempo che passasti in montagna, quanto non vale più del tempo che passi senza impressionarti l’animo in mezzo all’uggia e alla monotonia della città!” scrive il Dottor Barbarani, in “Boscochiesanuova fine Ottocento”, mettendo in risalto i vantaggi di vivere a Bosco per la sua aria salubre e pulita.
Un buon vantaggio di certo, che ha spinto tante nobili famiglie a trasferirsi ne “La perla della Lessinia” e a costruire le numerose ville storiche tra la fine del 1800 e l’inizio del 1900.
Ancora oggi ville residenziali, ben conservate, con grandi parchi e imponenti piante. Non è permessa la visita ai turisti, ma questa privacy conferisce loro un fascino d’altri tempi, lasciandoci immaginare interni sontuosi, feste nei saloni e té pomeridiani nei giardini tra signore imbellettate.
La più visibile è Villa San Bonifacio, conosciuta come “Castellarin”, che svetta su Bosco con la sua particolare architettura; la meglio conservata è Villa Tosadori in Piazza Marconi, la più imponente è Villa Pullè con la sua torre merlata.
Ville progettate in gran parte dall’architetto più famoso del tempo, Ettore Fagiuoli, come Villa Arvedi, Villa Benati, Villino Franchini, Villa Sartori.
Tra le famiglie nobili del tempo, veronesi e milanesi, che costruirono, ricordiamo i Miniscalchi, i Ponti, i Pullè, i Bertani e i Serego.