Nata nel 1978 come scuola diocesana e gestita dalla Cooperativa Sociale Cultura e Valori dal 1996, con sede presso l'Istituto Sorelle della Sacra Famiglia a Marzana, forma da molti anni generazioni di ragazzi della Valpantena, della Lessinia e delle zone ad est di Verona.
Da quando lo scorso giugno sono state rese note le prime indicazioni per lo svolgimento dei centri estivi in sicurezza, lo staff delle Scuole Medie Perucci ha iniziato a lavorare in vista della ripartenza, ripensando gli spazi alla luce del distanziamento e delle accortezze necessarie per la ripresa delle attività.
«I primi incontri con i genitori li abbiamo fatti già lo scorso giugno – racconta il dirigente scolastico delle Scuole Medie Perucci Damiano Ceschi – sia per proporre le attività estive, ma anche per presentare il nostro piano di recupero anticipato a fine giugno. Questa è stata una scelta decisamente vincente che ci ha permesso di lavorare sul recupero dei ragazzi a caldo, non a distanza e soprattutto permettendoci di impostare un lavoro estivo ragionato. Abbiamo diviso le classi secondo le direttive dei centri estivi, con massimo dieci ragazzi per gruppo, con ogni classe divisa in tre gruppi. Questo ci ha permesso di fare un lavoro di due giorni su ogni classe, una prima esperienza utile per docenti, ragazzi e famiglie dopo mesi di didattica a distanza».
Un banco di prova importante, quello estivo, che ha permesso di affrontare con serenità e buona organizzazione la ripartenza di settembre per gli 81 alunni attualmente presenti nella scuola, divisi tra una classe prima, una seconda e una terza. La palestra della scuola è così diventata una nuova aula per accogliere la classe più numerosa delle tre attualmente attive, per la quale è stato anche individuato un ingresso autonomo in modo da evitare assembramenti all’entrata e all’uscita. L’attività fisica è stata trasferita negli spazi esterni e la scuola ha attivato la collaborazione con la vicina fondazione Zocca per avere ulteriori spazi a disposizione.
«La confusione era uno spauracchio, ma riorganizzarsi non è stato poi così difficile – commenta Ceschi –. Anche la tanto dibattuta questione dei banchi poteva essere di facile risoluzione: noi abbiamo deciso di utilizzare anche i banchi biposto, ma come monoposto, evitando spese inutili; l’importante è ricavarsi lo spazio. Avevamo una bozza di linee guida da fine luglio e su questo abbiamo cominciato subito a lavorare. Abbiamo considerato gli spazi e il distanziamento che ci veniva richiesto e ci siamo riorganizzati di conseguenza».
La ripresa in presenza sarà sempre affiancata da un piano di emergenza per la didattica a distanza nel caso ci fossero casi di alunni costretti a casa.
«L’insegnante sarà ripreso attraverso un tablet e un microfono nel momento in cui scatta l’emergenza – commenta il dirigente Ceschi – permettendo così a chi è casa di seguire le lezioni».
Una scuola ben radicata nel territorio che tiene con le famiglie un rapporto attivo continuativo e che fa della comunicazione un nodo indispensabile.
«È una cosa per cui mi batto sempre – conclude Ceschi –, anche con i miei insegnanti, è una cosa importane che molti sottovalutano. Se aspettiamo a dare un’informazione perché manca la certezza, nel frattempo circolano un mare di informazioni imprecise e fuorvianti che complicano le cose. Per questo ci siamo mossi per tempo, tranquillizzando i genitori e facendo sapere loro come la scuola intendeva muoversi. La tempestività dell’informazione è stata fondamentale e ci ha permesso di arrivare a settembre in un clima tranquillo e sereno».