Pet - 10 maggio 2021, 13:05

L’aiuto dei cani nella lotta al Covid

L’aiuto dei cani nella lotta al Covid

Numerose le sperimentazioni con associazioni e istituzioni, come l'Ants Onlus, la Medical Detection Dogs Italy, l'Ats Sardegna Nord, la facoltà di Medicina Politecnica delle Marche con l'università veterinaria di Camerino, che valideranno il percorso della segnalazione di persone positive con il cane. «Nel marzo 2020, con lo scoppio della pandemia, ho pensato a come si potesse velocizzare la ricerca di positivi utilizzando un metodo meno invasivo del tampone: alcuni medici mi spiegarono che quando il virus attacca il corpo innesca delle reazioni chimiche, così come per il diabete» spiega l'operatore cinofilo veronese Roberto Zampieri.

«Per cominciare la sperimentazione avevamo bisogno di un campione di saliva, potenzialmente infettante: questo implicava delle difficoltà a livello etico e pratico; così, grazie alla dott.ssa Francesca Sotgiu, medico chirurgo, cominciai a lavorare con campioni di sudore. La svolta arrivò ad ottobre, quando per legge si stabilì che dal ventunesimo giorno, anche se ancora positivi, era possibile rientrare al lavoro: in questo modo potei raccogliere campioni di asintomatici e preparare sette cani, di cui cinque mandati poi in Sardegna e due in Veneto. L’allenamento sul campo, dove è fondamentale la relazione con il suo conduttore, come in un gioco, serve per insegnare al cane a ignorare le persone negative, dopo averle annusate, e a sedersi invece nel caso in cui la persona sia positiva», racconta Zampieri.

«Non mi stancherò mai di ringraziare l’educatrice Paola Nadali e Gea Onlus, che ci hanno messo a disposizione un luogo dove poter lavorare e sperimentare questo tipo di training, e anche Gianmatteo Sole, titolare dell'azienda Sicurezza 1963, per la quale lavoro, che ci aiuta a coprire le spese, soprattutto quelle per raccogliere i campioni», spiega Roberto.

In Italia ci sono vari progetti ma quello di Zampieri è stato il primo ad attivarsi per lo screening sulla popolazione: in Sardegna su 600 test eseguiti con il cane, 8 gli errori di falsi positivi, mentre nessun errore con i negativi. Il 12 aprile, invece, in una farmacia in provincia di Venezia, su 20 persone sono stati segnalati 2 positivi, confermati anche dal tampone. «Il cane non sbaglia e il risultato è incredibile! Pensiamo al futuro: a Verona, per esempio, città turistica d'eccellenza, potremmo riaprire tutto con un cane all'ingresso che annusa e non fa entrare chi è positivo richiedendogli poi un tampone, senza invece chiedere a tutti di farlo. L'utilità è enorme, pensiamo per esempio anche alle scuole. Ricevo richieste da tutta Italia, mentre ancora nessuna risposta dal Veneto, cui avevo dato comunicazione del mio progetto il 10 novembre 2020, così come per Verona: ho partecipato a un consiglio comunali, ma purtroppo senza risultati. Spero che presto riceva più attenzione» conclude Roberto.

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