Storie del territorio - 14 febbraio 2023, 17:26

Frenare l’inquinamento, accelerare la transizione

Inquinamento, mobilità sostenibile, energia “verde”. Temi all’ordine del giorno per migliorare la vivibilità della città. A Verona c’è ancora tanto da fare.

Frenare l’inquinamento, accelerare la transizione

 

È notizia di pochi giorni fa la decisione del Comune di Verona di acquistare, di qui ai prossimi anni, solo energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili. Un elemento significativo nel percorso di transizione ecologica della città, mentre si studiano l’estensione del fotovoltaico sugli edifici pubblici e la promozione delle comunità energetiche. Di lavoro da fare, però, a Verona ce n’è tanto.

L’ultimo rapporto “Ecosistema urbano” di Legambiente in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore – relativo ai dati del 2021 – piazza Verona all’83esima posizione, su 105 città italiane, nella classifica delle performance ambientali. Si tratta di un rapporto basato su 18 parametri relativi alla situazione di aria, acqua, rifiuti, mobilità e ambiente.

Verona spicca per l’estensione dei pannelli solari rapportata alla popolazione, addirittura quarta, ma i dati sull’aria sono pessimi: 42esima per biossido di azoto, 84esima per ozono e 91esimaper Pm10. «La transizione ecologica dei capoluoghi italiani c’è, ma è troppo lenta. Non mancano le buone pratiche che continuiamo a menzionare ogni anno. Ma non vediamo quel cambio di passo repentino che impone l’emergenza energetica, ambientale e sociale» scrive il presidente nazionale di Legambiente Stefano Ciafani nell’introduzione al report 2022. «Urge un programma straordinario sulla mobilità sostenibile nelle città che deve ripartire da un forte impulso ad un trasporto pubblico moderno, puntuale e a emissioni zero, alla realizzazione di spazi sicuri per chi si sposta in bici o sui mezzi della micromobilità elettrica, alla diffusione delle colonnine di ricarica e all’elettrificazione di quasi tutti i mezzi di trasporti terrestri».

Un altro punto cruciale per la vita sostenibile di una città infatti è la mobilità. «Le politiche sono ancora troppo poco incisive», ha dichiarato Chiara Martinelli, presidente di Legambiente Verona, durante un recente seminario promosso dall’Ordine degli Ingegneri scaligero. «Servono azioni sul traffico, sulle ciclabili, lo sviluppo di città 15 minuti e bisogna abbattere il consumo di suolo». Durante quell’incontro, il 18 gennaio, gli ingegneri e i professionisti intervenuti hanno puntato il dito in particolare contro traffico, riscaldamento residenziale a legna e gas prodotti in agricoltura. A Verona lo sforamento del tetto di 35 superamenti l’anno dei livelli giornalieri di Pm10 d’altro canto è ormai una triste tradizione. Francesco Seneci, della società di ingegneria Netmobility, ha aggiunto che «il 50% degli spostamenti interni alla città fatti in auto sono sotto il raggio dei 5 chilometri, e il 22% addirittura sotto i 3». Secondo Seneci «dobbiamo iniziare a trattare il trasporto pubblico locale come un servizio pari alla sanità, gratuito o a basso costo, e al contempo ridurre l'offerta della sosta e aumentare le zone 30».

Di zone con limite a 30 chilometri orari si è parlato molto in seguito all’annuncio del Comune di Milano, che intende applicarle in modo esteso entro il 2024. Secondo l’assessore alla Mobilità e alla Transizione ecologica di Verona Tommaso Ferrari è un obiettivo «che tutte le città si devono porre. Però non credo che servano solo dei cartelli per fissare il limite. Serve un ripensamento della mobilità e dello spazio urbano. Dobbiamo rendere “democratiche” le nostre carreggiate, quindi non solo a uso esclusivo delle auto, ma di molteplici fruitori quali bici, pedoni, mezzi pubblici. Dobbiamo ridurre il traffico privato e rendere più vivibili i quartieri. Bisogna arrivarci con interventi strutturali e coordinati».

 

Alessandro Bonfante

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