Storie di persone - 28 giugno 2023, 15:15

Un cammino a portata di “Klick”

Un cammino a portata di “Klick”

Sono partiti da Negrar di Valpolicella «in un giorno di pioggia», come cantano i Modena City Ramblers. Il 19 maggio scorso è iniziato infatti “Klick’s on ways”, il cammino di dieci viaggiatori, di cui otto a mobilità ridotta, attraverso il Veneto, per lanciare un messaggio chiaro: il cammino è un’esperienza di (e per) tutti. Ciò è possibile anche grazie al Klick, un propulsore elettrico che si aggancia alla carrozzina e consente a chiunque di affrontare la stragrande maggioranza dei terreni off-road, che dà il nome all’iniziativa.

L’organizzazione Free Wheels

A promuovere il progetto è Free Wheels, organizzazione di volontariato che avvicina persone con esigenze di accessibilità all’esperienza del cammino. A guidare il gruppo di viaggiatori è Pietro Scidurlo, presidente di Free Wheels e autore per Terre di mezzo Editore della prima guida europea su un cammino accessibile a tutti. «L’associazione è nata dopo che ho fatto il Cammino di Santiago de Compostela. L’ho intrapreso perché cercavo delle risposte sulla mia vita e, dopo averlo percorso, ho capito quanta poca informazione ci fosse sulla sua accessibilità. Ho quindi deciso di raccogliere le informazioni e comunicare, attraverso un libro e poi con l’associazione Free Wheels, la possibilità di percorrere sentieri e cammini in maniera sicura per tutti e tutte. Abbiamo fatto tanta strada come organizzazione, fino ad arrivare all’anno scorso con il progetto “Klick’s on ways”, che ogni anno tocca una regione diversa. E ora eccoci qui».

La storia di Angiolino

Tra i partecipanti di “Klick’s on ways” c’è anche il veronese Angiolino, un camminatore “seriale” all’apparenza silenzioso e riservato. «Cammino da sempre, da solo o in compagnia. Il cammino è un momento di riflessione e ricongiunzione con te stesso, è un modo per avvicinarsi al mondo. A volte cammini da solo, ma non sei mai davvero solo: è un’esperienza che ti mette in relazione con altri viaggiatori. Ti fa conoscere persone da tutto il mondo con storie completamente diverse tra loro. Si creano legami indissolubili». Ed è proprio la forza di questi legami a rendere il gruppo di “Klick’s on ways” così affiatato, racconta con un sorriso timido Angiolino. «È il secondo anno che camminiamo con questo progetto. L’anno scorso abbiamo girato l’Emilia Romagna e ogni anno vogliamo esplorare una regione nuova. Quando siamo partiti non ci conoscevamo, ed è subito scattato qualcosa: siamo diventati un gruppo molto unito e siamo subito andati d’accordo, e non è scontato quando si viaggia in gruppo. Abbiamo tutti un obiettivo comune e rispettiamo le esigenze di ciascuno. Siamo davvero orgogliosi di quello che abbiamo creato».

L’organizzazione del viaggio

Non basta però l’amicizia e la forza di volontà: dietro a ogni cammino c’è un grande lavoro di preparazione. «Essendo io di Verona ho potuto testare in prima persona i percorsi che abbiamo affrontato, in modo da verificarne l’accessibilità. Poi insieme abbiamo stilato l’itinerario definitivo. C’è un grande lavoro di preparazione e cura: dobbiamo essere sicuri che tutto fili liscio. Gli imprevisti poi capitano sempre, per esempio: oggi piove. Ma cosa avremmo dovuto fare? Restare a casa? Il vero ostacolo è fare il primo passo, poi proseguire viene naturale», spiega Angiolino.

A fargli eco è Pietro: «Ci vuole una cura maniacale nell’organizzazione dei viaggi. A me non piace arrivare all’ultimo minuto disorganizzato. A volte i miei compagni di viaggio mi prendono in giro perché sono ossessionato dall’organizzazione, ma è così che possiamo garantire un’esperienza di viaggio positiva per tutti e per tutte».

L’aiuto di Free Wheels nella scelta del cammino

Ma come si fa a verificare l’accessibilità di un luogo? «L’Italia è un quadro variopinto, ci sono aree più accessibili di altre. L’associazione Free Wheels mira proprio ad aiutare le persone in difficoltà con l’organizzazione di un cammino a destreggiarsi in questo mondo complicato. Vogliamo aiutare le persone a vivere il proprio viaggio in maniera serena e sicura, fornendo loro tutte le informazioni di cui necessitano. Ciò che mi auspico è che in futuro l’accessibilità faccia parte sin da subito della strategia di sviluppo di un progetto e itinerario, e che non venga considerata come un aspetto secondario».

Pietro ha viaggiato tanto e il bagaglio di emozioni e ricordi è sempre più colmo. «I primi cammini li ho fatti con dei compagni straordinari e, tra questi, c’era e c’è ancora oggi, mio padre. Io avevo 33 anni quando ho iniziato e lui ne aveva 60 e aveva un carico emotivo più grande del mio. È sempre stato al mio fianco e lo è anche in questa esperienza in Veneto, sempre con il sorriso. È questo, penso, lo spirito con cui bisogna affrontare questi cammini: non farsi spaventare e partire».

I viaggiatori

Pietro Scidurlo, Jesusleny Gomes, Pietro M. di Dolo, Michele di Monastier di Treviso, Emanuele di Eraclea, Ignazio di Scicli, Samuele di Sulbiate, Sabrina di Cagliari, Angiolino di Sommacampagna, Manuel di Martellago.

Valentina Ceriani

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