Storie di persone - 10 agosto 2023, 08:00

Un sorriso che fa la differenza

Foto dal sito ufficiale di Giorgio Tauber

Foto dal sito ufficiale di Giorgio Tauber

È una vita dedicata al sorriso quella di Giorgio Tauber: prima, per vent’anni, come direttore di Gardaland, il sorriso lo ha assicurato ai numerosi visitatori del parco, oggi, con una missione “speciale”, il sorriso da preservare è quello della piccola Elettra, bimba di Ronco all’Adige affetta da una malattia rara. Per la prima volta dal 2017, anno della sua nascita, recenti analisi hanno riacceso la speranza per trovare una cura mirata grazie all’intervento del dottor Stefano Berto, genetista di Treviso in cattedra alla Medical University of South Carolina.

Giorgio, come ha conosciuto la storia di Elettra?

Lessi un appello dei genitori, Sonia Fabbro e Alessandro Cantachin, e subito presi a cuore la faccenda. Ho pensato ai miei figli, ai miei nipoti e quel viso così vispo mi ha convinto a voler fare qualcosa. Negli anni i genitori hanno davvero tentato ogni strada per avere una risposta circa la malattia della figlia, sostenendo ingenti spese, ma senza mai ottenere una risposta. Avendone le possibilità, ho voluto dare una mano.

Quali sono i nuovi scenari oggi?

Il professor Berto è venuto a conoscenza del caso di Elettra e ha richiesto delle specifiche indagini genetiche, che lasciano qualche speranza. Nel mese di luglio, quando il dottore rientrerà in Italia, incontrerà la bambina. Lo scenario, se ci saranno le giuste premesse, è quello di un viaggio negli USA per delle cure specifiche.

Per questo la raccolta fondi che sta promuovendo?

Per questo, ma anche per le spese che la famiglia da sempre sostiene. Abbiamo raccolto fondi grazie a offerte libere ma soprattutto attraverso la vendita di libri dedicati a Padre Pio, scritti da Adolfo Affatato. Per qualsiasi informazione si può contattare il numero 3429494864.

Possiamo dire che la sua è una vita dedicata ai sorrisi?

Sì, uniti alla passione. Un tempo erano i sorrisi di chi entrava a Gardaland, oggi quello di una bambina solare che va aiutata. La prima cosa che ho imparato nel mio lavoro è stata proprio quella di non perdere mai il sorriso, anche davanti alle difficoltà, e lo stesso ho cercato di trasmettere anche a quanti, negli anni, hanno collaborato con me.

Cosa ricorda degli anni a Gardaland?

Ricordo la velocità con cui presi la decisione di buttarmi in questa avventura e chi all’inizio, quando aprimmo nel ‘75, ci considerava dei matti. Ricordo i primi dieci anni durissimi e finalmente la grande esplosione, grazie alla pubblicità con Bonolis, nell’85. Ricordo la visita dell’Ambasciatore d’Egitto nell’88, quando abbiamo inaugurato La valle dei Re, oppure l’attrazione dei Corsari che nulla aveva da invidiare ai grandi parchi americani. Due attrazioni che ci hanno permesso di raggiungere il quarto posto come parco divertimenti in Europa, dietro ai grandi colossi.

 

E del parco che è oggi cosa ne pensa?

Non voglio discutere su cosa sia oggi, ma per certo posso dirle che non avrei mai eliminato sedici attrazioni senza più alcuna considerazione e valorizzazione. Si poteva realizzare un museo, come fanno altri parchi in Europa: pensi a quanti avrebbero potuto far vedere ai figli le giostre che avevano caratterizzato la loro infanzia.

 

Le arrivano richieste del genere?

Non sa quante, e mi piange il cuore nel sapere come sono state smantellate alcune attrazioni che hanno fatto la storia di Gardaland. Ecco perché ho innestato nel 1998 la GTG - Giorgio Tauber Group, che si occupa, tra le altre cose, dell’ideazione e la progettazione di parchi a tema in tutta Europa, uno diverso dall’altro, seguendo i grandi temi di storia, cultura, scienza, natura, musica e ovviamente divertimento.

Camilla Faccini

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