Community - 04 ottobre 2023, 11:33

L’educazione civica ai tempi di ChatGPT

L’educazione civica ai tempi di ChatGPT

«I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli, che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino» disse Umberto Eco. Se la pensava così dei social, chissà cosa avrebbe detto delle intelligenze artificiali, che permettono a chiunque di scrivere un libro, creare opere d’arte, parlare in tutte le lingue del mondo.

Già dall’avvento di internet, e figuriamoci ora con ChatGPT e similari, si discute – anche al bar – del valore dell’istruzione nozionistica. Perché imparare le date delle guerre d’Indipendenza, se posso controllarle su Wikipedia? Perché studiare il latino se ChatGPT può tradurre il “De bello gallico” in pochi secondi? Domande a cui rispondere al bar, probabilmente, alla faccia di pedagogisti e professori.

Cittadinanza digitale

Per non fare la fine descritta da Eco, come per tutte le innovazioni tecnologiche, l’importante è saper utilizzare i nuovi strumenti a disposizione. Su questo il sistema educativo italiano ha alzato le antenne: la “cittadinanza digitale” è infatti uno dei tre nuclei tematici principali dell’educazione civica, introdotta dal 2020 come disciplina trasversale in tutti i gradi scolastici. Si tratta, secondo le linee guida ministeriali della «capacità di un individuo di avvalersi consapevolmente e responsabilmente dei mezzi di comunicazione virtuali». Gli obiettivi: «Da una parte consentire l’acquisizione di informazioni e competenze utili a migliorare questo nuovo e così radicato modo di stare nel mondo, dall’altra mettere i giovani al corrente dei rischi e delle insidie che l’ambiente digitale comporta».

L’educazione civica a scuola

È iniziato ormai il quarto anno scolastico in cui l'educazione civica è una disciplina trasversale dalla scuola dell’infanzia fino alle superiori. Non si presenta in classe come insegnamento a sé, ma la legge prevede almeno 33 ore annuali, da svolgersi secondo varie modalità, e una valutazione. Oltre alla cittadinanza digitale, gli altri pilastri sono la Costituzione (con gli ambiti di diritto, legalità e solidarietà), e lo sviluppo sostenibile (educazione ambientale, conoscenza e tutela del patrimonio e del territorio). Il rischio, sollevato da alcuni critici, è che anche l’educazione civica diventi un insegnamento nozionistico da ripetere a pappagallo, come una poesia di Carducci (T’amo, o pio bove…e poi?).

Un esempio veronese

Mariangela Icarelli, dirigente scolastica del liceo Galilei, è stata ospite a “Squadra che vince”, la trasmissione di Radio Adige Tv. Al Galilei, per l’educazione ambientale, nello scorso anno scolastico 850 studenti si sono dedicati a una giornata di raccolta rifiuti nei quartieri intorno all’istituto. «Per l’insegnamento dell’educazione civica, il nostro liceo prevede per ogni classe un cosiddetto “compito autentico”» ha spiegato Icarelli. «Oltre all’aspetto teorico, che per un liceo è fondamentale, i ragazzi si misurano in un’azione che li veda protagonisti e responsabili di un’attività concreta. È stato bello perché i ragazzi hanno parlato con le persone, hanno fermato i passanti; quindi, si sono confrontati con loro per spiegare cosa stessero facendo e l'importanza di queste scelte civiche».

L’educazione civica secondo ChatGPT

«Nel cuore del processo educativo, l'educazione civica si presenta come una pietra angolare spesso trascurata, ma fondamentale. È il terreno fertile in cui germogliano cittadini consapevoli, responsabili e impegnati nella costruzione di una società migliore. Quando pensiamo alla formazione dei giovani, spesso riflettiamo sui pilastri dell'istruzione, come matematica, scienze e letteratura, ma l'educazione civica è il filo invisibile che intreccia questi saperi in una visione globale».

Cosa ne pensi dell’educazione civica a scuola?

I presupposti sono rispettati? L’educazione civica a scuola, in questa forma, funziona o servono correttivi? Raccontaci le tue esperienze da docente, genitore o studente!

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L’intervista

Si torna a scuola: intervista alla nuova coordinatrice dei dirigenti scolastici di Verona Mariangela Icarelli

 

Alessandro Bonfante

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