Storie di persone - 02 marzo 2024, 11:00

Licia Colò: «In un’altra vita ero un gatto»

Licia Colò: «In un’altra vita ero un gatto»

Quando, a un certo punto, le abbiamo chiesto se questo pianeta, secondo lei, riusciremo a salvarlo, l’ha definita «la domanda delle cento pistole». La risposta che ci ha dato è stata netta: «Non abbiamo scelta». D’altronde il suo ultimo programma, in onda su LA7 si intitola proprio “Eden – Un pianeta da salvare” ed è quello che Licia Colò, conduttrice, autrice, scrittrice e blogger, tenta di fare da oltre 35 anni: educare gli spettatori al rispetto per il mondo che abitiamo mostrandogliene le meraviglie. Un po’ come hanno fatto i suoi genitori: i primi, come ci ha raccontato, a insegnarle il significato dell’amore per la natura e per gli animali in quella che è stata la sua prima casa, Verona. Licia, nata a Bussolengo nel 1962, ha passato infatti la prima parte della sua infanzia tra Villafranca, dove abitava con i genitori, e Verona, dove vivevano i nonni. Trasferitasi a Roma, Licia si è trovata un po’ per caso a lavorare in televisione, imboccando quella che era la sua strada maestra: la divulgazione scientifica. Da “Geo & Geo” a “Alle falde del Kilimangiaro” e tante altre: sono state diverse le trasmissioni in cui Licia Colò ha guidato gli spettatori alla scoperta del mondo e dei suoi tesori; il fil-rouge, però, è uno soltanto: un genuino rispetto per l’ambiente, diventato per la conduttrice veronese un impegno che travalica la professione e che ha il sapore di una promessa stretta tanti anni fa: questo pianeta lo salveremo insieme. 

Vorrei partire dal principio, da Verona. Che ruolo ha giocato nella sua infanzia e adolescenza?

Verona è la città dove sono nata per caso perché mio papà era in Aeronautica militare, per cui ci trovavamo esattamente a Villafranca. Però i miei nonni abitavano proprio a Verona. È stata una città importante per me, perché ci ho passato la mia giovinezza.

Che rapporto ha ora con la città?

È un legame che ho portato avanti per tanto tempo. Ci ho passato moltissime vacanze fino a pochi anni fa, fino a quando i miei nonni sono andati in cielo a poca distanza l'uno dall'altro. In ogni caso per me Verona rimane un punto di riferimento nella mia vita e la lego anche a momenti sereni dell'infanzia, della giovinezza. È stata una città che ha rappresentato senza dubbio un amore importante nella mia vita.

A che età se n’è andata da Verona e perchè?

Me ne sono andata via all'età di 6 anni, perché mio papà ha iniziato a lavorare per Alitalia e quindi ci siamo trasferiti a Roma. Però sono sempre tornata spesso dai nonni.

Lei è in tv da più di 40 anni. Come ha iniziato la sua carriera? Lavorare in televisione era il suo sogno nel cassetto o ci si è ritrovata per caso?

Mi sono ritrovata per caso a lavorare in televisione in quanto lavoravo come fotomodella a Milano e quindi con un'agenzia andavo a fare i vari provini. Mi hanno mandato a fare un provino ad Antenna Nord, che era allora una televisione regionale e cercavano un’annunciatrice. Vi ricordate quando c'erano ancora le annunciatrici in televisione? (ride, ndr) Mi hanno scelta e avrei dovuto sostituire Gabriella Golia soltanto per un mese; invece, poi mi hanno rinnovato il contratto per tanto tempo e, nello stesso periodo, Antenna Nord è diventata Italia Uno; quindi, e da lì la mia la mia carriera televisiva non si è più fermata.

Dopo le prime esperienze i tv, si è dedicata anima e corpo al mondo degli animali, all’ambiente e ai viaggi. Come è nata questa passione?

 L'interesse per l'ambiente è cresciuto con me fin da piccolina, perché i miei genitori mi hanno abituata a rispettare tutto ciò che mi circondava, anche con gesti semplici: dalle api che non dovevano essere uccise ma semplicemente fatta uscire di casa, al gatto, al cane, agli uccellini ai quali mettevamo la mangiatoia in giardino. Molte volte non servono grandi gesti, basta poco per trasmettere il rispetto e la sensibilità ai nostri figli. Dopodiché, entrata nel mondo televisivo, mi sono chiesta che cosa avrei desiderato fare davvero per tutta la vita e ho pensato di occuparmi dei temi che mi sono sempre stati molto a cuore. Ho proposto come trasmissione “L'Arca di Noè” e poi nel 1989 sono riuscita a fare la prima puntata per Canale 5 e da lì per tanti anni ho continuato a lavorare e ancora oggi mi occupo delle stesse tematiche.

Parola d’ordine, per molti suoi viaggi, è “avventura”. Cosa significa per lei?

In realtà non credo che la parola d'ordine dei miei viaggi sia “avventura”, perché forse viene considerata avventura un'esperienza in un safari in Africa. Ma, secondo me, è una cosa meravigliosa, paradossalmente naturale, perché ci riporta come vivevamo tantissimi anni fa a contatto con la natura. Avventura può sembrare aver nuotato con le balene: un'esperienza meravigliosa, però credo che sia un lusso che ormai non ci possiamo quasi più permettere, perché abbiamo distrutto tutto ciò che ci circonda. Diverso è se avventura è qualcosa che leghiamo a un'esperienza pericolosa. Io non ho mai amato fare esperienze pericolose e tutte le cose che ho fatto, a mio avviso, non lo erano. Se anche io mi muovo in un ambiente sconosciuto, dove ci sono animali considerati pericolosi, non lo faccio da sola, ma lo faccio con esperti e con tecnici. Credo che sia più pericoloso muoversi di notte da soli in una stazione delle nostre città.

Qual è il viaggio che le è rimasto di più nel cuore?

Molte volte mi viene chiesto qual è il viaggio che mi è rimasto più nel cuore e io sinceramente non so rispondere, perché ogni viaggio mi ha dato qualcosa di speciale. È come dire: butteresti dalla torre la mamma o il papà (ride, ndr). C’è il viaggio che mi è piaciuto di più, magari per un'esperienza umana, quello che mi è piaciuto di più per un'emozione legata alla natura. Quindi, siccome non voglio fare queste differenze, penso che il viaggio possa essere più significativo quando ci riempie di emozioni che poi non si dimenticano.

Se dovesse partire per un viaggio a sorpresa, dove le piacerebbe andare?

Sinceramente non mi piacerebbe fare un viaggio molto lontano, perché ho passato una vita intera con viaggi che mi portano lontani. Attualmente, se dovesse essere proprio un viaggio di quelli pieni di amore, di conoscenza e di tenerezza, lo vorrei vivere con mia figlia ovunque in Europa, potrebbe anche essere in Italia, perché l'importante è stare con lei e fare le cose con tranquillità, magari senza avere nemmeno un calendario: vorrei andare, guardarmi intorno e decidere che cosa fare.

A questo punto, domanda obbligatoria: qual è il suo animale preferito e perché.

La mia risposta può essere quasi banale, perché alla fine ho sempre detto che mi ritengo un gatto reincarnato. Forse in un'altra vita ero un gatto. Ho sempre considerato i gatti i miei animali preferiti e sicuramente continuano ad esserlo, anche se recentemente abbiamo adottato una cagnolina in un canile, che si chiama Bambi, e ha un modo di essere, un modo di fare che mi ha letteralmente conquistata, per cui quasi quasi guardandola negli occhi, non mi sento più di dire che sono solo un gatto reincarnato, ma sono anche un cagnolino reincarnato. Proprio adesso, mentre sto parlando, la sto guardando e accarezzando.   Però, sotto il profilo caratteriale, il gatto mi piace di più perché, se qualcuno gli fa male se ne va. Il cane invece subisce perché ci ama troppo e molte volte non ce lo meritiamo.

Parliamo ora dei suoi programmi: divulgazione scientifica a trecentosessanta gradi. Negli anni è riuscita a costruirsi un’autorevolezza. È stato difficile? 

Sicuramente è stato un percorso lungo, perché ho iniziato a occuparmi di trasmissioni scientifiche nel 1989, però non mi sento neanche di lamentarmi, perché comunque bisogna credere nelle cose che si fanno. Bisogna muoversi senza diventare tuttologi, bisogna avvalersi delle esperienze di persone che sono dei tecnici, e quindi non posso dire che è stato difficile, ma ho fatto veramente di tutto per essere seria, perché capita a tutti di sbagliare, ma bisogna fare qualsiasi cosa per non essere superficiali.

Ora è in televisione con “Eden – Un pianeta da salvare”. Cosa la vedremo fare e, soprattutto, dove la vedremo viaggiare?

Eden ripartirà in primavera su LA7 in prima serata. Ancora non sappiamo esattamente il giorno della settimana e continueremo a raccontare diverse realtà a livello globale e io darò sempre spazio anche all'Italia e anche altre realtà europee. Mentre Alessandro Antonino, che è Mr. Nat all'interno del programma si allontanerà dal continente europeo. Tutti i luoghi che raccontiamo, comunque, vengono scelti anche per dare risalto alle scelte ambientali che per noi sono molto importanti.

Domanda difficile: riusciremo a salvarlo questo pianeta?

 Questa è la domanda delle cento pistole, complicatissima. Diciamo che non sono molto ottimista sul fatto, però riusciremo a salvarlo. Sono costretta a dire di sì perché, se dico di no non facciamo più niente. Purtroppo, fino a questo momento le notizie che abbiamo e le scelte che sono state fatte non sono molto consolanti. Il concetto è che non abbiamo più scelta, quindi bisogna cambiare rotta.

Chiudiamo in bellezza: sua figlia Liala la segue spesso nei suoi viaggi. È una passione che le ha trasmesso fin da piccola o è arrivata per altre vie?

Il regalo più bello che vorrei fare a mia figlia è raccontarle il mondo e trasmetterle un po' di conoscenza e sensibilità nei suoi riguardi. Appena abbiamo tempo viviamo delle esperienze insieme extra lavoro, anche semplicemente appunto per piacere, che è la cosa più importante. Ultimamente è venuta anche con noi per imparare tante cose e iniziare un percorso che la porterà dove lei desidererà perché penso che siano esperienze che poi potranno migliorare il suo futuro.

Giorgia Preti

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