Cultura e spettacoli | 15 giugno 2023, 16:41

Cosa è restato degli anni '80. Stagione 1 - Episodio 5: il Subbuteo

Cosa è restato degli anni '80. Stagione 1 - Episodio 5: il Subbuteo

Da ragazzini tutti abbiamo giocato a calcio nel club di quartiere. Io, mezza stagione nel San Marco e non ho lasciato certo un bel ricordo: alla prima partita, palo pieno a porta vuota, con il pallone che mi carambolò casualmente tra i piedi mentre mi stavo fiondando in attacco come un toro inferocito, alla ricerca del mio primo gol. Le restanti partite, in panchina. Addio sogni di gloria. Così mi dedicai al calcio da tavolo: il Subbuteo.

Nato nel 1947 ma ispirato ad un gioco già esistente, risalente addirittura agli anni Trenta, venne creato da un ornitologo inglese che lo brevettò con il nome latino di un uccello: il “falco subbuteo”.

Il gioco consiste nel posizionare, su un panno verde che riproduce il campo da calcio, 10 miniature con le fattezze dei giocatori, con le gambine attaccate ad una base semisferica che contiene una piccola rondella metallica per abbassarne il baricentro e farle rimanere in piedi dopo un’azione, più un portiere, raffigurato con le braccia alzate, pronto alla parata, con un’asticella che ne prolunga la base.

Le miniature vengono fatte muovere colpendole con la punta del dito: in base a come vengono toccate - dopo una bella dose di allenamento - è possibile farle spostare semplicemente in avanti o farle rotolare, ad esempio, per aggirare un avversario che si frappone tra loro e la palla (decisamente fuori proporzione, dato che è grande quanto un giocatore). Il portiere si manovra, tramite l’asticella che va inserita nella porta, da dietro la rete.

Le regole sono le stesse del calcio, adattate ovviamente al fatto che le miniature non sono persone reali che corrono avanti e indietro per il campo con le proprie gambe, bensì manovrate da un’unica persona.

Capito tutto? Si comincia!

Negli anni ‘80 ho organizzato, assieme al mio amico Davide, un torneo nel quartiere Stadio di Verona con 16 giocatori: veri e propri Mondiali di Calcio, anche se ho partecipato con la squadra del Lanerossi Vicenza (quella avevo!) sfidando Brasile e Argentina. Ho perso, in finale, proprio contro Davide. Così ne ho organizzato un altro con il mio amico Marcello e ho perso, in finale, ai rigori, proprio contro Marcello. Niente…il calcio non fa proprio per me!

Ormai del gioco originale non mi resta nulla, così ho acquistato un paio di scatole “base” qualche anno fa, preso da incurabile nostalgia, ricordando quelle partite contro l’avversario da battere e con tutti gli altri giocatori attorno, un po’ a fare il tifo, un po’ a studiare le tue mosse in vista del prossimo scontro diretto.

Alla prossima, a-leeee o-oooo!

 

Fabio Fabbrizi