Cultura e spettacoli | 08 aprile 2024, 09:57

E “Lucense” fu!

E “Lucense” fu!

Una storia lunga cent’anni, undici attori, un carteggio ritrovato: gli ingredienti per creare una trama avvincente ci sono tutti. È quello che ha pensato la compagnia Apprendisti Attori Cercasi quando ha deciso di mettere in scena la commedia “E lucenseàn le stelle”, il cui nome fa già intuire il soggetto di cui si parla. È difficile descrivere che cos’è stata la Lucense e che cosa ha rappresentato per la comunità della Valpantena. Fondata il 30 giugno 1923 a Lugo, la società aveva l’obiettivo di produrre energia elettrica e distribuirla agli abitanti dei comuni limitrofi attraverso le acque discendenti dal Monte Tesoro. Ma cosa c’entra Giacomo Puccini con questa storia? Ce lo siamo fatti raccontare da Ermanno Veronesi, regista dello spettacolo.

Com'è nata l'idea di uno spettacolo teatrale sulla Lucense?

Uno degli attori della compagnia, un giorno, ha ritrovato un carteggio di un parente legato proprio alla società della Lucense. Ci è balzata subito l’idea di provare a mettere in scena la storia di questo ambizioso progetto, ma la nostra era un’idea altrettanto ambiziosa: stiamo parlando di cent’anni di storia, dopotutto. Non sapevamo bene dove porre la linea temporale e ci abbiamo messo qualche anno per capire come imbastire lo spettacolo. Infine, abbiamo scelto di focalizzarci sul periodo compreso tra gli anni Cinquanta e Sessanta, nel pieno boom economico, quando anche in un piccolissimo paesino come Lugo si respirava una forte aria di cambiamento.

Come mai questo titolo?

Ci siamo lasciati ispirare da un’aria della “Tosca”: E lucevan le stelle. L’abbiamo riadattata a “lucenseàn” per assonanza con la Lucense. Non l’hanno capito in tanti, però! (ride, ndr)

Vi definite «teatranti, non storici». Quanto c’è di vero nella vostra trasposizione?

La vicenda è quella, ma l’abbiamo romanzata per renderla più avvincente. Attraverso il racconto degli ultimi anni della Lucense abbiamo cercato di mettere in luce i cambiamenti che velocemente andavano delineandosi nelle famiglie, in parrocchia e in generale nella vita della comunità. Non bisogna, dunque, aspettarsi un resoconto fedele ma uno spettacolo in chiave comica e fantasiosa, e soprattutto in dialetto!

Quello della Lucense è stato un progetto molto sentito dalla comunità. Qual è stato il feedback del pubblico?

Sì, la gente tiene molto alla storia di questa società. Tra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio, al Cinema Teatro Valpantena, abbiamo messo in scena due volte questo spettacolo e tra il pubblico c’era tanta gente che conservava dei ricordi legati alla Lucense e sono stati tutti entusiasti di poterli rivivere con tanta semplicità e ironia.

E giovani, invece, ce n’erano?

Devo dire di sì! Non erano molti, ma qualcuno si è visto. È una storia che coinvolge maggiormente le persone più adulte del territorio, ma ci ha fatto tanto piacere vedere anche qualche volto più giovane.

Avete nuove date in programma?

Sì. Sabato 13 aprile alle 20.30 saremo al Teatro comunale di Sant’Anna d’Alfaedo.

Per informazioni e prenotazioni: 340 6272402

Valentina Ceriani