Cultura e spettacoli | 01 luglio 2023, 11:51

Il Museo Africano oltre la narrazione museale europea

Il Museo Africano oltre la narrazione museale europea

“Essere felice nella tua casa è meglio che essere capo”. Inizio con un proverbio nigeriano scritto insieme ad altre massime in quello che viene definito il Tucul, il luogo dell’incontro di una comunità. La sua riproduzione all’interno del percorso circolare del Museo Africano di Verona suggerisce sia l’importanza di questo rito che dei valori che vengono tramandati all’interno dei villaggi sub sahariani.

Riuscire a comprendere la storia di un popolo e conservarne la memoria è uno dei compiti che dovrebbe avere un museo. Un museo vivo, inclusivo, accessibile e che possa far dialogare culture e Paesi diversi tra di loro per scoprire diversità e punti in comune. La crescita umana e intellettuale passa anche dal confronto.

Il Museo Africano della Fondazione Nigrizia riesce bene in questo compito. In modo semplice, chiaro e diretto accompagna il visitatore, grande o piccolo, in un viaggio all’interno di un mondo lontano per usi, costumi e tradizioni, ma vicino geograficamente e storicamente, facendogli scoprire e comprendere la storia di un popolo.

Il percorso espositivo è suddiviso in sezioni, ognuna con un suo colore per una facile identificazione, raccontate sia da una scheda informativa che viene consegnata all’ingresso, sia da differenti QRcode per adulti e bambini attraverso i quali si possono sentire commenti audio, ma anche vedere gli oggetti nel loro contesto per comprenderne meglio l’utilizzo. Non mancano i monitor che mostrano video racconti non solo su quanto esposto, ma anche sulla situazione attuale dei popoli africani, facendo luce su problematiche attuali e irrisolte.

I laboratori didattici consentono ai più piccoli di imparare giocando con i tessuti, le spezie e ogni altra materia che si può trovare in un mercato africano. Sotto al grande albero della conoscenza, i bambini imparano i valori dell’amicizia, della solidarietà e a distinguere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato. E ad essere felici nella propria casa, ovunque essa sia.

Guarda l'intervista a Padre Pietro Ciuciulla:

Erika Prandi