Cultura e spettacoli | 30 agosto 2023, 12:22

L'Angolo del cinema: Oppenheimer

L'Angolo del cinema: Oppenheimer

Un antico e nuovo “Prometeo”, che promette di lasciare ai posteri grandi e potenti mezzi di cambiamento, ma che hanno per sempre cambiato il corso della storia. Oppenheimer, uscito in Italia il 23 agosto ma già da più di un mese nelle sale americane, è un enorme lavoro di ricostruzione della vita tormentata - ma per certi versi geniale - dell’uomo passato alla storia come il “padre della bomba atomica”, il fisico J. Robert Oppenheimer, interpretato dal sempre magistrale Cillian Murphy.

TRAMA

Il biopic raccontato da Christopher Nolan, basato sul libro premio Pulitzer 2006 “American Prometheus” di Kai Bird e Martin Sherwin, intreccia diverse linee temporali giocando con il racconto della sua vita prima e dopo il lancio della bomba atomica sulla città di Hiroshima il 6 agosto 1945, seguito da quello su Nagasaki tre giorni dopo. Un ineluttabile destino quello che è toccato a Oppenheimer, scelto dal Governo Americano per dirigere dal 1942 il “Progetto Manhattan”, che ha dovuto fare i conti con la sua coscienza. Una riflessione che ben si comprende quando, preso dalla consapevolezza delle conseguenze della sua scoperta, ricorda il verso della Bhagavadgītā – il libro sacro dell’induismo - “Sono diventato morte, distruttore di mondi”.

La crisi di coscienza per il padre della bomba atomica, arriva in un periodo storico tormentato da venti di sospetto e di continuo contrasto anche dopo il definitivo termine della Seconda Guerra Mondiale. Un’epoca che, invasa dai preludi della futura Guerra Fredda, non gli avrebbe perdonato il suo passato, tra idee socialiste e comuniste - in particolare nel periodo trascorso da accademico - motivo per cui forse gli fu negato anche il Premio Nobel. E anche quest’ultimo spunto viene trattato da Nolan come un terzo spaccato della sua vita, raccontato con giochi temporali e con la ricostruzione dei successivi anni al lancio della bomba atomica, in cui Oppenheimer, personaggio scomodo per la sua poliedrica personalità, venne contrastato e mal sopportato dalla società contemporanea.

ANALISI

Il nuovo capolavoro di Nolan non è un film per tutti: riesce a tracciare il solco di una profonda riflessione storica, politica e umana, ma riesce anche a rendere le tre ore di pellicola una vicenda senza pause, ricca di colpi di scena e passioni, da vedere e rivedere per coglierne ogni sfaccettatura nascosta nelle pieghe di una storia che ha segnato gli equilibri politici del mondo che conosciamo oggi.

Alice Martini