Cultura e spettacoli | 01 ottobre 2023, 10:00

L'Angolo del cinema: The Idol

L'Angolo del cinema: The Idol

La serie "The Idol" ha fatto scalpore fin dall'annuncio, ma purtroppo non per le ragioni che avremmo sperato. Attraverso un percorso di produzione disseminato di controversie, cambi di gestione e scelte discutibili, sembra che l'attenzione sia stata catturata più dalle vicende fuori dallo schermo che da ciò che è stato effettivamente presentato da Sam Levinson, creatore della ben più riuscita “Euphoria”, alla scorsa edizione del Festival di Cannes.

LA TRAMA

Il detto “tanto fumo e niente arrosto” sembra rispecchiare in modo particolarmente calzante questa serie. La trama parte da un presupposto interessante: raccontare la sofferenza e i dietro le quinte peggiori del mondo delle superstar della musica ma, piuttosto che presentare una narrazione sensata e coinvolgente, si sviluppa in uno strano miscuglio di elementi che si scontrano tra loro senza alcuna coerenza. Le cause e gli effetti sono spesso disconnessi, creando una sensazione di confusione e frustrazione nello spettatore che arriva a domandarsi se si è perso qualche passaggio a causa di un colpo di sonno o di una occhiata di troppo allo smartphone.

L’ANALISI

Uno dei problemi principali risiede nello sviluppo dei personaggi e nelle loro relazioni. Le dinamiche tra di loro sembrano evolversi senza alcuna logica, rendendo difficile per il pubblico connettersi o affezionarsi a qualsiasi figura. Carnefici che diventano vittime, vittime che diventano carnefici, personaggi senza scrupoli che diventano figure quasi paterne nel giro di poche scene. Ci si trova a osservare relazioni che si trasformano in modo poco convincente, privando la serie di qualsiasi profondità emotiva. Tutto ciò è condito con dialoghi decisamente poco brillanti e performance che non diventeranno sicuramente memorabili, con una Lily-Rose Depp protagonista che porta a casa il compitino e un Abel Tesfaye (a.k.a. The Weekend) che esce per un momento dalla sua comfort zone musicale per risultare fuori luogo in ogni scena in cui si trova a recitare.

Inoltre, sembra che il regista e gli sceneggiatori abbiano perso di vista l'obiettivo principale, concentrando i loro sforzi su tentativi banali di scandalizzare il pubblico. Le scene che dovrebbero suscitare sgomento o stupore spesso cadono piatte sia come scrittura che come messa in scena, mancando completamente l'effetto desiderato. Nonostante, poi, l'annunciata audacia e innovazione, molte delle situazioni e delle dinamiche mostrate in "The Idol" sembrano essere copiate da altri progetti simili, cosa che contribuisce ulteriormente alla sensazione di delusione. Nota finale positiva, invece, per il reparto audio e musicale, che è sicuramente l’aspetto più riuscito dell’intera produzione.

"The Idol” quindi delude su molti fronti. Le controversie produttive hanno oscurato la serie fin dall'inizio e le aspettative iniziali sono state vanificate. Speriamo che in futuro gli autori possano imparare da questi errori e offrirci storie e personaggi che siano degni dell'attenzione del pubblico, come hanno fatto in passato.

Samuele Colombini