Storie del territorio | 15 aprile 2024, 10:00

Le Case Vecie si sono rifatte nuove

Le Case Vecie si sono rifatte nuove

Trent’anni fa Stefano Cesari, proprietario della cantina Brigaldara, e l’enologo Roberto Ferrarini hanno avuto una visione: avviare il progetto delle Vigne Alte in località Case Vecie, a Grezzana, a più di 450 metri d’altitudine. Una scommessa agricola ed enologica che si è rivelata il cru di punta dell’azienda, grazie all’Amarone Case Vecie e al Valpolicella Superiore Case Vecie. Il sogno, ci racconta oggi Lamberto Cesari, figlio di Stefano, era di realizzare, in questo ecosistema rurale fatto di uomini, viti, bosco e animali, anche un progetto di accoglienza, senza snaturare il territorio. Nasce così la Locanda Case Vecie, inaugurata a luglio 2023.

Il progetto Case Vecie ha radici lontane ma inizia a strutturarsi a fine 2019 e vede nello studio MASAAI un attore fondamentale per la sua realizzazione. «Insieme - racconta Lamberto Cesari - abbiamo cominciato a ragionare sulle potenzialità di questo posto, con l’idea di offrire un punto di ristoro, assente da Grezzana a Montecchio, talvolta fino a Negrar, per quanti si avventurano quassù. Abbiamo depositato i progetti ad aprile 2020 e dopo un cantiere molto sofferto a luglio dell'anno scorso abbiamo finalmente aperto». Locanda Case Vecie è così la prima esperienza di accoglienza in casa Brigaldara, certamente una piccola rivoluzione, che guarda non solo ai viandanti o ai cicloturisti veronesi, ma anche ai winelover e al turismo internazionale, grazie a progetti futuri come l’agricampeggio di prossima realizzazione.

Come agire sul territorio senza snaturarlo rimane un nodo centrale. «È un discorso molto complesso che tocca sensibilità diverse - spiega Cesari -. Sicuramente siamo visti come chi ha piantato i vigneti dove prima c'erano dei prati e siamo consapevoli della responsabilità che abbiamo nel fare questo. Abbiamo sempre cercato di agire in maniera rispettosa, di mantenere distanza tra i vigneti e i boschi, così che tutte le specie possano ripopolarsi e che la biodiversità sia garantita. Dall'altra parte, grazie a quello che il vino ci dà, siamo capaci di reinvestire sul territorio e di tenere in piedi una casa come questa e di rimetterla a posto per poter ospitare le persone. Quello che per noi è giusto è rispettare l'ambiente e lo facciamo in tutti i processi della nostra produzione. Abbiamo raggiunto tra i primi la certificazione Equalitas che garantisce la sostenibilità a livello ambientale, economico e sociale. Sentiamo la responsabilità di questa terra che in fondo appartiene alla nostra famiglia da generazioni e che vogliamo continuare a mantenere viva, rinnovandola e migliorandola».

Le stesse prerogative hanno guidato il restauro del rudere in Case Vecie, con la volontà preservare il carattere originario della corte rurale. Nel rinnovo sono stati impiegati legni locali, le pietre utilizzate nella corte sono dei vecchi tetti di case in Lessinia, la facciata è stata lasciata praticamente inalterata e porta su di sé i segni del tempo. Dove si ergeva una stalla, con sopra un fruttaio, e una casa di fattori, oggi ci sono una grande sala che soddisfa molteplici esigenze, due appartamenti e l'osteria. «La parola locanda porta con sé il senso di ristoro, di alloggio, di convivialità; ospitalità, insieme ad agriturismo e vino, sono i tre capisaldi di questo progetto, volutamente senza un ordine particolare. Rispecchiano la natura agricola di questo posto, il vino come nostra attività principale, l'ospitalità che non vuole essere solo una forma di ricezione ma uno spirito. La forza di questo posto è la forza delle persone che la animano».

Case Vecie è un microcosmo speciale «dove sentiamo la responsabilità di essere stati un piccolo motore di cambiamento - confessa Lamberto Cesari -. Questa locanda ha dato un impulso alle persone che vivono qui da tantissimo tempo, e che hanno un legame davvero forte con il territorio, e allo stesso tempo è stata motore per attrarre nuove vite in questa parte di valle, evitando che si spegnesse». C'è fermento, oggi, in Valpantena e gli obiettivi sono chiari anche sul lungo termine: «Tra dieci anni - conclude Cesari - mi piacerebbe che Casavecchia diventasse un ecosistema di ricettività e ospitalità all'aria aperta, che possa far incontrare amanti del vino, dello sport e dello stare bene».

Camilla Faccini