Storie del territorio | 27 aprile 2024, 15:23

La coperta in boutis del Museo don Mazza avrà una nuova teca grazie al Museo etnografico di San Michele all’Adige

La coperta in boutis del Museo don Mazza avrà una nuova teca grazie al Museo etnografico di San Michele all’Adige

Ricami di memoria” è la mostra che è stata inaugurata il 19 aprile al Museo etnografico trentino di San Michele all’Adige e che resterà aperta fino al 13 ottobre. Ospite speciale è la coperta in boutis che il Museo del ricamo don Nicola Mazza di Verona custodisce per volere del proprietario Gaetano Zanotto.

«La mostra è la prima che il Museo propone per il 2024 – afferma il direttore del museo trentino Armando Tomasi -. Il tema della tessitura è per noi molto importante, di conseguenza l’attuale esposizione fa parte di un percorso più lungo e articolato ma, in questo caso, siamo riusciti a creare una sinergia interessantissima con il territorio limitrofo di Verona e, in particolare, con la Fondazione don Nicola Mazza che ci ha dato l’opportunità di conoscere e valorizzare un pezzo di straordinaria importanza risalente ai primi decenni del Settecento».

Il manufatto è stato ritrovato in un baule appartenente alle Sorelle Povere di Santa Chiara del Convento di Santa Elisabetta di via Provolo e successivamente ereditato da Gaetano Zanotto che l’ha affidato al Museo don Mazza per studiarlo e valorizzarlo. La datazione è frutto di studi condotti da esperte studiose italiane e francesi da cui si pensa possa provenire la coperta che non ha solo ricami marsigliesi o lionesi, ma anche influssi di culture medio ed estremo orientali. Ora, grazie alla generosità del Museo, finalmente la coperta avrà una nuova sistemazione.

«Ci siamo sentiti in dovere di contraccambiare la liberalità e la sensibilità del proprietario – continua il direttore – donando la teca che abbiamo appositamente costruito nel momento in cui la mostra chiuderà a ottobre».

La curatrice Marta Bazzanella ricorda che l’esposizione nasce in collaborazione con un gruppo di ricamatrici dell’associazione ArcoRicama che ha riprodotto alcuni elementi decorativi ed architettonici dell’antica prepositura della chiesa locale. «In questa occasione abbiamo iniziato un percorso di ricerca tecnica che ci ha portato a riscoprire un vecchio punto tradizionale del Trentino, il punto Valsugana».

Soddisfazione e riconoscenza sono state espressa da Teresa Zaja, referente del Museo don Mazza, per la donazione della teca che permetterà «di illuminare in modo spettacolare la coperta favorendone una migliore lettura e valorizzazione».

Per informazioni: www.museosanmichele.it

Erika Prandi