Cultura e spettacoli | 17 dicembre 2010, 17:00

Il pinguino senza frac protagonista al Cielo sopra Verona

Piccolo, bianco, povero e senza frac. È Limpo, <italic>Il pinguino senza frac</italic>, il protagonista al Teatro Stimate del sesto appuntamento della rassegna <italic>Il cielo sopra Verona</italic>. Domenica 19 dicembre, alle ore 17, il Teatro delle Briciole presenta lo spettacolo, liberamente tratto dal romanzo di Silvio D'Arzo con adattamento teatrale di Letizia Quintavalla, che promette di divertire grandi e piccini.

Limpo è un pinguino che, triste e sconsolato, si allontana da Mamma e Papà pinguino avventurandosi nell’immenso e sconosciuto Nord alla ricerca della risposta a un'unica domanda: perché lui non ha il frac? Sopravvissuto a paurose burrasche e a lunghi periodi di digiuno, incontra sul suo cammino foche, trichechi, gabbiani e renne. A poco a poco impara che, di fronte alla sofferenza e alla violenza, tutti i cuccioli di animali –compresi i piccoli degli uomini – piangono alla stessa maniera.

Sconcertato e infelice al contempo, quasi folle nella sua solitudine e diversità, ormai stanco di rivolgere insistenti “perché?” lasciati senza risposta, fa ritorno a casa. La tristezza di Limpo si trasforma però in sorpresa quando il piccolo si accorge di indossare il più elegante frac che pinguino abbia mai visto: segno del raggiungimento di una conoscenza fatta di esperienza e coraggio.

Il cielo sopra Verona – la rassegna organizzata da Àissa Màissa, Le Falìe e Film Festival Lessinia con la direzione artistica di Alessandro Anderloni – gode del sostegno di Automotor. I biglietti per gli spettacoli si possono acquistare nei punti prevendita del circuito Greenticket oppure online su <link='http://www.greenticket.it' class='_blank'>www.greenticket.it</link>. Info su www.lefalie.it, all’indirizzo e-mail <mail='mailto:lefalie@lefalie.it'>lefalie@lefalie.it</mail> o al numero 347 7137233. Parcheggio gratuito riservato agli spettatori con ingresso da via Tezone.

L'autore del romanzo

Silvio D’Arzo nasce nel 1920 a Reggio Emilia, dove morirà nel 1952. Figlio naturale vivrà sempre con la madre in modeste condizioni economiche. Quindicenne stampa un volume di versi e uno di racconti. Laureatosi in Lettere nella Bologna di Longhi e Calcaterra, divide il suo tempo tra l’insegnamento e la scrittura. L’accavallarsi di trame, poesie e storie per ragazzi, che giungeranno al pubblico solo dopo la sua morte, sono l’esito di un incessante lavorio sulla pagina ispirato a un’idea assoluta di letteratura. “Lettore di provincia”, ama gli scrittori inglesi e americani, a cui dedica saggi e preziosi i contributi sui venerati Stevenson, Conrad e James.

Marta Bicego

340 1495248

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