Editoriali | 02 aprile 2024, 17:37

L'editoriale di Pantheon 152

L'editoriale di Pantheon 152

Il 20 marzo scorso, la storica decisione di presentare Vinitaly nella sede del Parlamento Europeo, a Bruxelles, ha segnato un momento di svolta per il settore vitivinicolo italiano. Questa mossa, lungi dall'essere casuale, ha rappresentato una risposta strategica alle dinamiche competitive globali, particolarmente sentite in un periodo in cui il mercato del vino è sottoposto a pressioni sempre più forti.

L'evento non ha solo riaffermato il ruolo dominante che l'Italia ha storicamente rivestito in questo mercato, ma ha anche evidenziato l'importanza di posizionarsi al cuore dell'Europa per difendere e promuovere i propri interessi economici e culturali. Bruxelles, dicevamo, non è stata scelta a caso: rappresenta il centro nevralgico delle decisioni politiche europee, un luogo dove le sorti dell'agroalimentare vengono spesso decise e dove il Belpaese, con il suo patrimonio vitivinicolo, ha molto da dire.

La conferenza stampa, a cui hanno partecipato i vertici di Veronafiere, ha messo in luce i numeri rilevanti che caratterizzano il vino europeo, un settore che vale 130 miliardi di euro e contribuisce con 52 miliardi di euro all'anno in termini fiscali, impegnando tre milioni di addetti. Queste cifre, presentate da Ignacio Sánchez, segretario generale del Ceev (Comitato europeo delle aziende vitivinicole), sottolineano l'ampia portata economica e sociale del settore, nonché l'urgenza di difenderne i valori e la qualità contro la concorrenza internazionale.

La 56ª edizione di Vinitaly, in scena dal 14 al 17 aprile, si è posta l'obiettivo di attrarre 1.200 top-buyer da tutto il mondo, con una particolare attenzione ai mercati di USA, Canada, Cina e Regno Unito. L'incremento del 20% rispetto all'edizione del 2023 e del 70% rispetto a due anni fa testimonia non solo il successo dell'iniziativa, ma anche la crescente centralità della kermesse scaligera come piattaforma di promozione globale per l'eccellenza enologica italiana.

La scelta di presentare Vinitaly a Bruxelles ha dunque rappresentato un passo avanti significativo nella difesa e promozione del settore vitivinicolo italiano. Un'iniziativa che non si limita al successo numerico, ma che mira a una maggiore qualità della domanda e a un più stretto dialogo con i principali attori del mercato globale. In questo scenario, Verona emerge non solo come il luogo fisico dove si svolge la fiera, ma come simbolo dell'impegno italiano verso la qualità, l'innovazione e la sostenibilità nel settore.

Di fronte alle sfide poste da eventi internazionali concorrenti, come ProWein di Düsseldorf e Vinexpo di Parigi, la scelta di Veronafiere di rivolgersi direttamente al cuore dell'Europa testimonia una strategia attenta e lungimirante, che dovrebbe essere estesa, in diversi ambiti, anche ad altri settori e ad altri asset fondamentali della nostra economia.

Il meglio del meglio non è vincere cento battaglie su cento bensì sottomettere il nemico senza combattere.

Sun Tzu

Matteo Scolari

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