Storie di persone | 14 ottobre 2023, 10:00

Abbattere i tabù, gli insegnamenti della “Pop-Doc”

Abbattere i tabù, gli insegnamenti della “Pop-Doc”

Fornire supporto e informazioni essenziali per consentire alle persone di condurre una vita sessuale sana e appagante, lasciando un'impronta positiva nella comunità. Questo è l’obiettivo principale della dottoressa Silvia Gioffreda, medico specializzato in sessuologia, attivamente coinvolta nell'educazione sessuale nelle scuole, affronta tematiche cruciali con gli studenti e fornisce consulenze personalizzate sulla salute sessuale. Molto amata sui social e conosciuta come “La Pop-Doc”, Silvia è originaria della Brianza, ma ormai veronese d’adozione.

In che modo pensi sia utile avvicinare le persone a questa tematica e da chi partire?
L'informazione rappresenta il primo passo cruciale per un cambiamento culturale, ma non basta semplicemente fornire dati; è necessario trasformare l'approccio alla sessualità. Pertanto, l'informazione dovrebbe essere veicolata attraverso un dialogo aperto, sincero e accessibile, evitando sia l'approccio freddo e distante tipico delle lezioni di educazione sessuale tradizionali, sia l'uso di linguaggio volgare. È fondamentale trovare un equilibrio. Da dove iniziare? Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, dovremmo cominciare a parlare di educazione sessuale, affettività, relazioni e consenso già quando i bambini hanno quattro o cinque anni. Sono d'accordo, è un passo importante, ma dovremmo estendere questo cambiamento a tutti, compresi gli adulti.

Di recente hai scritto un libro dal titolo “Un orgasmo alla volta”. Come nasce questo lavoro?
Questo libro è il frutto del mio lungo impegno nel dialogo sulle tematiche legate al sesso con un'ampia varietà di persone nel corso degli anni. Ho notato che, nonostante le differenze tra di loro, emergono problematiche comuni che toccano ciascuno di noi. Sia a causa delle influenze sociali, della mancanza di educazione sessuale, sia a causa di pregiudizi profondamente radicati, ritengo che vi siano comuni sfide che ostacolano la capacità delle persone di vivere una vita sessuale libera e appagante. E così sono emersi quattro capitoli che affrontano tematiche specifiche.

Com'è il tuo rapporto con il mondo scolastico?
Penso che la scuola debba affrontare in maniera più significativa anche aspetti cruciali della vita quali l’affettività, la sessualità e le relazioni. Tuttavia, non si può affidare solo alle istituzioni questa responsabilità, poiché il contesto familiare può influenzare significativamente le percezioni degli adolescenti su questi temi. Spesso affronto resistenza da parte di presidi e insegnanti quando insegno educazione sessuale a scuola, poiché temono reazioni negative da parte dei genitori. Cerco perciò di coinvolgere anche loro per informarli preventivamente su ciò che verrà affrontato in classe, ma queste iniziative sono sempre state rifiutate pur essendoci sempre una notevole apprensione sull’argomento.

Hai un grande seguito anche sulla tua pagina Instagram. In che modo utilizzi questo social per arrivare al pubblico?
Instagram si è rivelato una risorsa preziosa per me poiché mi ha consentito di raggiungere un vasto pubblico. Attraverso questa piattaforma, ho adottato un linguaggio semplice, chiaro, divertente e allo stesso tempo basato su solide fondamenta scientifiche. Mi permette di comunicare con un pubblico diversificato. I due principali svantaggi di questa modalità di comunicare sulla sessualità sono, innanzitutto, la mancanza di un vero e proprio scambio diretto. Questo, a mio avviso, riduce l'efficacia del confronto come strumento di riflessione e crescita. Inoltre, non esiste un controllo adeguato sulla qualità delle informazioni e su chi le condivide.

Rosa di Cagno