Storie di persone | 03 febbraio 2024, 10:00

Diletta Begali: estro senza limiti

Diletta Begali: estro senza limiti

Tutto è cominciato con un video su Facebook della “Cup Song”, la canzone suonata con un bicchiere resa celebre dal film Pitch Perfect. Poi, a 14 anni, lo sbarco su YouTube, dagli story time ai diari di viaggio, dove raccontare e condividere la quotidianità con spensieratezza e ironia. Ora, anche Instagram e TikTok. Diletta Begali, 26 anni e veronese doc, ha costruito la sua carriera sui social network, ma non solo: tra danza, cinema e canto ha saputo trasformare la sua vita in una costante avventura assorbita dall’arte. Estroversa, caleidoscopica e dal sorriso contagioso, ci ha raccontato la sua storia.

Sei un’artista poliedrica: cantante, ballerina, content creator…Qual è la veste che preferisci?

Il mio posto del cuore è YouTube, ma non è l’unica “casa” che ho. Canto, presento, ho un diploma da attrice, ho studiato danza per tutta la mia infanzia e adolescenza: è difficile darmi una veste sola, io mi sento un po’ tutto. Se penso a me stessa inserirei tra le mie qualifiche anche l’essere celiaca (ride, NdR). Forse “artista” è il termine più semplice, seppur completo, per descrivere come mi sento.

Su YouTube ti chiami “Didi”: da dove deriva questo soprannome?

Mi hanno sempre chiamato tutti così, da quando sono piccola. Inoltre, il mio nome completo all’estero veniva sempre trascritto o capito male. “Didi”, che in inglese può diventare “Dee-dee”, è invece comprensibile a tutti: è un nome universale.

Tu sei nata su YouTube. Qual è il tuo rapporto con questa piattaforma?

YouTube è stata la mia “prima casa” e il posto che per primo mi ha accolto. All’epoca c’erano molte meno regole e algoritmi da rispettare, era una piattaforma dove potevo essere me stessa ed esprimermi al 100%. Sono partita pubblicando alcune coreografie, per poi passare agli story time, dei video in cui raccontavo la mia vita e le mie esperienze in maniera sempre ironica. Quando mi sono trasferita a Milano ho proprio “adottato” YouTube come social preferito, perché ho iniziato a usarlo come diario di viaggio in maniera costante raccontando la vita in sessione e condividendo le mie esperienze “di vita”. Diciamo che avrà sempre un posto speciale nel mio cuore.

Il tuo è un inglese impressionante e giri spesso video in lingua. Qual è il segreto?

Tanta tanta pratica. Ho sempre guardato film in inglese e mi è sempre piaciuto esercitarmi, anche parlando da sola, utilizzando lo stesso accento che sentivo dagli attori. Nella vita, poi, mi sono sempre capitate una serie di coincidenze fortuite che mi hanno permesso di praticare la lingua, come la convivenza con una coinquilina americana, un viaggio-studio da ragazzina…diciamo che ho avuto diverse opportunità.

Si parla spesso di benessere digitale. Tu, che con i social ci lavori, senti mai il bisogno di staccare e riprendere fiato?

Molto spesso. Ci tengo ad avere una relazione sana con i social: la mia è stata una crescita graduale e per questo ho imparato a gestire bene il loro utilizzo. Mi sono autodisciplinata e oggi, tra le mie amiche, sono quella che usa il cellulare di meno.

Della Diletta di oggi conosciamo molto, ma chi era la Diletta bambina e cosa voleva fare da grande?

Ogni giorno volevo fare una cosa diversa! Un giorno l’astronauta, un altro la popstar. Quando al pomeriggio stavo in camera mia ero la protagonista e le mie bambole il pubblico. Mi piaceva esibirmi davanti a loro, soprattutto con le canzoni di High School Musical. Ricordo un aneddoto in particolare: avevo forse otto anni, era il periodo del Tocatì e in Piazza dei Signori avevano organizzato una sorta di karaoke per bambini. L’ho visto e ho detto “mamma, io vado!”, mi sono lanciata e ho cantato proprio una canzone di High School Musical, Bop to the top. Ho sempre avuto una componente artistica molto forte e con gli anni ho dovuto imparare a farla convivere con la mia parte più razionale: non è stato un percorso facile. Nella vita ho provato tantissime discipline diverse: tennis, nuoto, addirittura agonsimo di tuffi: sono sempre stata una persona curiosa. Come tante bambine, poi, sono partita con la danza classica, ma a lezione mi annoiavo un po’ e, dopo aver sentito la musica hip hop dalle altre sale, ho pregato mia mamma di farmi provare anche questo tipo di danza e da lì è nato un grande amore: forse il mio primo grande amore con le discipline artistiche. La danza ha tirato fuori una bellissima parte del mio carattere, mi ha regalato la grinta e la versalità estroversa che mi porto dietro ancora oggi.

Hai menzionato High School Musical, e allora la domanda è d’obbligo: team Sharpay o Gabriella?

Ovviamente Sharpay (ride, NdR).

Sui social racconti spesso le tue esperienze all’estero: c’è un viaggio che ti è rimasto impresso?

Ce ne sono tanti, ma direi la vacanza con la mia coinquilina americana in California. Siamo partite da Santa Barbara e abbiamo fatto dieci giorni tra Orange County, Malibu fino ad arrivare a Los Angeles solo io e lei: lì si sono uniti tutti i punti della mia vita, dalla passione per i viaggi, all’amore per l’inglese fino alla voglia di uscire con le amiche e vivere la giovinezza. È stato un viaggio davvero speciale, ero nel pieno dei vent’anni ed è stata un’esperienza che sicuramente ricorderò per sempre.

E a Verona c’è un posto che porti nel cuore?

Con Verona ho un rapporto bello e complicato: la mentalità qui è sicuramente diversa da quella di una grande città, e quindi ho iniziato ad apprezzarla molto di più una volta che l’ho lasciata. Quando ritorno a Verona mi rendo conto della città splendida in cui ho avuto la fortuna di crescere. Ricordo bene i giorni del liceo, quando giravo per le vie del centro in motorino, e mi viene naturale romanticizzare quel periodo della mia vita così significativo. Tra i miei posti del cuore, qui, ci sono le Torricelle e sicuramente Castel San Pietro: mi piace guardare Verona dall’alto, con i piedi penzoloni sul muretto.

Un’ultima domanda a bruciapelo. Sei classe 1997, quindi proprio nel mezzo: ti senti più Millennial o Gen Z?

A volte anche una boomer!

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Valentina Ceriani