Pillole di mamma | 05 aprile 2024, 15:15

Uova, coniglietti e pulcini

Uova, coniglietti e pulcini

La Pasqua è arrivata e passata! La casa si è riempita di colori pastello, coniglietti saltellanti, uova decorate e milioni di lavoretti che anno dopo anno si accumulano a dismisura. Voi li avete già ricevuti? Sono semplicemente…unici! Delle vere e proprie opere d’arte che però, e non fingete vi prego, molto spesso piacciono solo ai parenti dei bambini che le hanno fatte.  Sono dei capolavori perché uniscono gioia, impegno, amore e tantissima creatività ma hanno talvolta un’estetica discutibile.

Iniziamo col classico: le uova dipinte. Sì, quelle che hanno richiesto ore di impegno, precisione e tanta pazienza. Una volta esposte, decorano l’ambiente con il loro fascino...per circa una settimana. Poi è una gara di resistenza tra il colore che sbiadisce e il vostro animale domestico che a poco a poco le sta completamente disintegrando. Non dimentichiamoci delle ghirlande di carta e cartoncino, simboli intramontabili dell'ingegno pasquale. Sospese con orgoglio sopra la porta d'ingresso o sul terrazzino, rappresentano il rifugio per gli uccellini urbani, “è per il loro nido" dicono le mie bambine. È bello sentirsi utili, per carità, ma nessun volatile si è mai avvicinato; un motivo ci sarà. E i famosi coniglietti, pulcini, agnellini? Quei simpatici pupazzi di pezza o di plastica riciclata, incollati ai gettonatissimi rotoli di carta igienica (che le maestre chiedono di mettere da parte già dalla Befana) e ti guardano con i loro occhi vuoti: dietro il mio sforzato e compiaciuto sorriso, nascondo una sincera paura. Ogni animaletto sembra avere una sua personalità speciale, che oscilla tra "carino ma un po' strano" e "assolutamente indescrivibile". Per fortuna dopo la Pasqua i più fortunati dei lavoretti trovano una nuova sistemazione in cantina, dove si uniscono ad altri coniglietti e pulcini delle passate edizioni. I meno fortunati, invece, accompagnati dal pesantissimo senso di colpa della mamma, partono per nuovi mondi e vengono inghiottiti dal nulla. Ma c'è di più: la corona di fiori (già il nome non porta nulla di buono), un'aggiunta elegante e profumata che appena appassita, diventa testimone esemplare della fugacità della bellezza. E, per concludere: le delizie culinarie (magari con qualche sorpresina del naso che finisce dentro). Sono le più temute, tanto che i genitori si improvvisano maghi e, in men che non si dica, sono sparite.

Ma dopotutto, come faremo senza tutto questo? Niente vale più del sorriso dei nostri piccoli artisti, del loro orgoglio nel mostrarci i loro doni e dell’emozione dei momenti trascorsi insieme.

Sara Avesani